lunedì, Gennaio 19, 2015 Categoria: Cronache

Il giudice Semeraro: istituire la giornata nazionale delle donne vittime degli uomini.

ai-giovani-le-aziende-della-mafia-300x191di Allan Fontevecchia

L’Umbria promuova una giornata nazionale della memoria per non dimenticare le donne vittime degli uomini. Una giornata della memoria come per le vittime della mafia.  E’ la proposta di un magistrato che sugli omicidi di genere lavora da sempre e nelle più diverse realtà sociali, da Napoli dove è nato, a Perugia dove è giudice delle indagini preliminari. Un’idea che Luca Semeraro ha maturato nel tempo occupandosi di una serie di delitti efferati e che ha condiviso con il  pubblico presente alla presentazione del  libro “Il sangue delle donne” di Alvaro Fiorucci, domenica pomeriggio a palazzo Baldeschi di Paciano. Una giornata della memoria è necessaria per una serie di motivi: sulle vittime scende troppo presto l’oblio, mentre l’attenzione dell’opinione pubblica si concentra per tempi lunghissimi, dilatati anche dell’esposizione mediatica, sui responsabili dei delitti; c’è da combattere il malcostume diffuso di avere vittime di serie A  e vittime di serie B ; spesso e anche non solo per effetto dei media rimane la memoria del fatto e si affievolisce il ricordo di chi ha perso la vita. Ricordare le vittime  – è stato detto nel corso del dibattito suscitato dalla proposta del giudice Luca Semeraro- diventa un momento collettivo di rinnovamento di una necessaria presa di coscienza. Darsi un appuntamento annuale- che ovviamente non esclude l’impegno e il lavoro quotidiano su queste problematiche- per ogni  comunità – con la  scuola,i servizi sociali,il volontariato- significa riflettere insieme sulle implicazioni culturali e sociali di un fenomeno complesso. Una giornata della memoria è necessaria perché  cresca quella rete territoriale di attività e di interventi capace di svolgere un’ opera di prevenzione o di contenimento delle situazioni a rischio. Il magistrato ha sottolineato come gli oltre sessanta casi avvenuti negli ultimi trenta anni in Umbria e raccontati nel volume  edito da Morlacchi siano la conferma della gravità di un fenomeno che a fronte della forte diminuzione del numero complessivo degli omicidi  vede crescere in maniera impressionante la percentuale delle donne ammazzate e la percentuale che colloca  questi delitti all’interno delle famiglie, tra le mura di casa. Alla presentazione del libro “Il sangue delle donne” sono intervenuti tra gli altri il sindaco Riccardo Bardelli,l’assessore Cinzia Marchesini e lo scrittore Guiseppe Bearzi anima delle Biblioteche dei libri salvati.

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