domenica, Settembre 29, 2013 Categoria: Cronache

Meredith : si ricomincia,ma non ci sarà un altro trip mediatico

Si ricomincia dalle due condanne a 26 anni di Amanda Knox e a 25 anni di Raffaele Sollecito. Si ricomincia in un clima cambiato. Innanzitutto è parzialmente scemata l’attenzione dei media globali  che- almeno fino alla nuova sentenza- hanno elementi che al momento li fa puntare su un unico dato immediato possibile sul quale puntare per ripetere le performance di ascolto dei precedenti giudizi. Il brivido dellattenzione che sarà prestata alla presenza annunciata in aula di Raffaele Sollecito, il pugliese dalla faccia pulita, che nonostante l’impegno  non ce l’ha fatta ad imporsi come personaggio ( tipo diverso da quello dell’indagato) che i radar soprattutto televisivi non possono mancare. Se c’è bene. Se non c’è pazienza. Però è un protagonista anche lui. Meno parabole a Firenze che a Perugia, questo si manifesta evidente, perché  non ci sarà Amanda Knox, l’americana eclettica , personaggio televisivo , sguardo trasognato che, innocente o colpevole ,val bene una copertina di rotocalco. O almeno così ha detto. E Amanda al contrario di Raffaele una piccola star mediatica lo è a tutto tondo. Se la giovane americana accusata  di omicidio, condannata e poi assolta, diventata anche best seller letterario piomberà a Firenze (improbabilmente, ma di certo  con largo anticipo sulla emissione del verdetto numero 3), le convulsioni mass-mediologiche potrebbero tornare a registrare i picchi di un tempo e che ora appaiono più che incerti. Non ci resta che star a vedere. E, si spiega , dunque un’attesa del tutto diversa rispetto al primo e al secondo grado quando ogni giorno, udienza dopo udienza ci poteva essere un colpo di scena: testimoni prima, dichiarazioni spontanee poi, il potere affascinante della prova tecnica su tracce e sostanze portate in laboratorio. Adesso no, non è più così. La narrazione di un delitto bestiale sarà diversa. La storia è risaputa e logora. Siamo all’epilogo. L’elastico dell’interesse comincerà a tendersi solo alla fine quando ci sarà un nuovo verdetto. Interesse dell’opinione pubblica, s’intende non quello delle parti in causa che giustamente è cogente ,costante e di altra sostanza. In mezzo,  sembra ci sia poco  che possa far sobbalzare l’ago con l’inchiostro dell’attenzione che scrive la storia degli share. Sembra  le difese abbiano  armato armi giuridiche per puntare sulla riapertura del dibattimento. Ancora Dna,gancetto, contaminazioni supposte, sasso alla finestra? Ci potrebbe essere tutto questo, ma tutto questo a cinque anni dalla morte della  studentessa inglese Meredith  Kercher sgozzata nella sua camera da studentessa in via della pergola a Perugia, suona e potrebbe apparire come un già visto di non troppo interesse. Anche perché i dati scientifici ( è pensabile l’ennesima superperizia ?Probabilmente, almeno sull’arma del delitto), lo abbiamo visto, si prestano a letture di segno contrastante. Conformando con esiti opposti le sentenze.  Ora il residuo interesse sembra rivolto esclusivamente al verdetto. Che non è finale perché anche questo prenderà la via della Cassazione sia in caso di condanna che di assoluzione. Ci potrebbero essere ancora tempi supplementari. Allora, prevedibilmente sostanziale a calma piatta fino alla fine. Probabile se non ci sano assi nella manica che pubblica accusa , parte civile e difesa,per un verso e difesa per un altro, abbiano  reperito in un  terreno che fino ad oggi è rimasto sullo sfondo. Allora ci potrebbe essere una nuova impennata di interesse che potrebbero cambiare i numeri dell’ascolto. . Che comunque di fonte ad una ragazza ammazzata non dovrebbe scemare mai, ma la legge  dei comportamenti oggi è scritta dai passaggi televisivi, dall’insistenza, dalle dirette, dalle scalette dei talk show. Se mancano questi è come se il processo non ci fosse nemmeno. Dunque potrebbero esserci persone, ricordi, prove raccolte con il metodo tradizionale delle indagini sul campo che potrebbero ridestare l’ attenzione sullo sviluppo processuale.La stessa funzione, per intenderci, potrebbe svolgerla un cooprotagonista  uscito dal processo con un procedimento parallelo che l’ha visto definitivamente condannato a 16 anni di carcere. Rudy Guedè potrebbe essere richiamato in aula e dire coso a più alto tasso di tracciabilità: ecco una testimonianza di questo tipo potrebbe di nuovo smuovere le acque e aiutare la giustizia per un verso o per l’altro. Ma chissà se questo succederà , se di questo se ne sentirà il bisogno. E se iddio vuole almeno rimarrà lontana dall’aula la curiosa e perfida cantonata ambientale che ha alimentato paginate, pomeriggi e notti televisive , senza nulla incidere sull’obbiettivo della ricerca della verità. Perché con i paradossi non si accerta la verità. In questo caso il paradosso è quello che ha voluto  il delitto di via della  Pergola frutto malato abortito da una città ancor più. malata. Di questo almeno non si parla più. Ma ttenzione se in aula non scorreranno immagini interessanti non è escluso che il sistema mediatico qualora scoprirre che la storia di Meredith tira ancora le sequenze da mettere in circiolo le vada a cercare altrove. Allontanandosi dalal realtà. Se non altro,logisticamente.

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