Archivio della categoria “Senza categoria”

martedì, Giugno 3, 2025 Categoria: Senza categoria

Archivio: una molotov contro l’auto di Gaia Servadio

Il 25 settembre 1992 brucia un’auto nel parcheggio mentre all’interno del ristorante un gruppo di amici consuma un pasto di prodotti tipici. La berlina di Gaia Servadio è in fiamme, perché è stata colpita da una Molotov lanciata da uno sconosciuto che probabilmente non era solo. Gaia Servadio, che da Padova dove è nata si è trasferita a Londra nel 1956, è già l’italiana più amata dagli inglesi e la stima per la sua attività giornalistica e di saggista cresce ovunque di successo in successo. Spesso è in Italia e nel piccolo comune di Avigliano ha una base dove trascorre periodi di riposo quando sente il bisogno di ricaricarsi nella quiete della campagna umbra. Come le altre sue abitazioni anche questo casolare ha la porta sempre aperta. A varcarla un piccolo mondo della cultura internazionale che si è ritrovato ad avere un punto di riferimento tra Todi e Orvieto: Beverly Pepper, Ben Gazzara, Enzo Siciliano, Peter Stein, Jane Kramer, Stephen Ward, Carone, Kulakov, Messeguè. “Incontri assolutamente informali e senza sconfinamenti nella mondanità”, alcuni raccontavano allora. Incontri come laboratorio di idee, sintetizzavano altri. La bottiglia incendiaria arrivata dal buio provoca pochi danni, ma tanto rumore. Per la popolarità del bersaglio, per l’ambiente in cui si muove e, soprattutto perché non si trova un movente specifico.” Mio padre era ebreo, cattolica la famiglia di mia madre; io non sono mai stata minacciata per questioni raziali o religiose” spiegò conversando con alcuni suoi colleghi. Aggiunse: “non ho nemici per la mia attività e non so dare un significato a questo gesto. Probabilmente è solo teppismo fine a sé stesso”. Di sicuro la bomba incendiaria non ha cambiato di una virgola la sua vita; il suo ultimo lavoro “Giudei” è della primavera scorsa. Contemporaneamente alla ipotetica pista antiebraica ne affiora un’altra altrettanto ipotetica. Ad Avigliano Umbro Giulio Rapetti, il grande Mogol, sta per aprire il Cet, la scuola europea per cantautori che ha realizzato nella frazione di Toscolano con un corposo investimento economico e ricadute positive per una buona fetta di quel territorio.  Una realizzazione che, nel tempo, ha però suscitato polemiche e scontri tra favorevoli e contrari fin dentro il consiglio comunale. È il sindaco Emilio Egizi- che ha sostenuto il progetto di Mogol- a battere questo tasto. Il riassunto dell’opinione che espresse allora:” l’incendio dell’auto della signora Servadio è probabilmente il gesto isolato di un qualche balordo, ma potrebbe essere anche figlio di quel clima di diffidenza che è serpeggiato da quando Giulio Rapetti ha esposto le sue intenzioni “. Insomma una Molotov contro un mondo percepito come corpo estraneo. Il colpevole non è stato identificato, le indagini si sono arenate per mancanza di movente e di indizi, da anni la scuola di Mogol va a gonfie vele, Gaia Servadio – che venerdì è deceduta a Roma all’età di 83 anni- ha continuato a scrivere libri di successo e a presentarli anche al Festival di Todi, visto che il rapporto con l’Umbria non si è mai interrotto. Sandro Pertini l’ha insignita del titolo di Cavaliere della Repubblica. Giorgio Napolitano l’ha promossa Commendatore. La prima delle sue tre figlie è l’ex moglie del premier inglese Boris Johnson. Che non le era mai piaciuto.

martedì, Giugno 3, 2025 Categoria: Senza categoria

I proiettili del Mostro di Firenze e i bossoli di Perugia

È a Perugia dal 1974 la prova che il mostro di Firenze ha ucciso più volte utilizzando sempre la stessa Beretta calibro 22, Long Rifle, modello 70. Convinzione non condivisa da tutti gli investigatori e non concordi  tutti i tecnici che se ne sono occupati, ma che ancora tiene comunque banco nonostante il trascorrere del tempo, più di mezzo secolo. La prova è allegata  al fascicolo del  processo a carico di Stefano Mele, condannato dalla Corte d’Appello umbra, dopo un rinvio dalla Cassazione, per aver assassinato  la moglie e l’uomo  di una sua relazione segreta, a Castelletti di Signa  nel 1968 : seminfermità mentale, quattordici anni. Un fatto di sangue che per un lungo periodo è stato ritenuto il primo della serie e , di conseguenza, viatico per la  cosiddetta pista sarda alla quale un  giudice, Mario Rotella, metterà fine il 13 dicembre 1989, quando sono trascorsi quattro anni dall’ultimo duplice omicidio che in tutto sono stati  contati fino a  otto. Read more…

mercoledì, Marzo 19, 2025 Categoria: Senza categoria

TUTTE LE INSIDIE DEL WEB, LE MAFIE ALL’ATTACCO DEI DATI

 

-ACN, DNA e Procure insieme per la cybersicurezza (la nota integrale della Procura generale di Perugia)-

Negli ultimi anni si è registrata una crescita significativa degli attacchi informatici. Secondo il recente rapporto Clusit 2025, nel corso del 2024 gli incidenti cyber sono aumentati a livello mondiale del 27,4%, mentre in Italia l’incremento è stato del 15,2%. Il nostro Paese rimane uno dei bersagli principali, concentrando circa il 10% degli attacchi totali, tuttavia con una distribuzione della gravità più favorevole rispetto alla media mondiale, grazie a una minore incidenza di attacchi ad impatto critico (9% contro il 29% globale) e un maggior numero di episodi con impatto medio. Read more…

sabato, Luglio 27, 2024 Categoria: Senza categoria

I delitti di Alleghe ,il carcere di Perugia, la grazia di Pertini

Nel carcere femminile di Perugia, il 10 gennaio 1981 arriva con un provvedimento di clemenza del presidente della repubblica Sandro Pertini l’ultimo atto dei misteri di Alleghe , cinque omicidi avvenuti tra il 1933 e il 1945, due dei quali furono considerati suicidi, casi irrisolti per un  tempo lunghissimo. Solo negli anni Sessanta, dopo un’inchiesta giornalistica di Sergio Saviane e le indagini  sotto copertura del brigadiere dei carabinieri Ezio Cesca, si  scoprì che c’era un filo rosso che collegava tra loro quelle  morti, che c’erano più mani assassine e un  unico movente : tre persone furono condannate all’ergastolo e una quarta ebbe trenta anni di cui sei condonati per la collaborazione con gli inquirenti. Tra gli ergastolani, Adelina Da Tos che carcerata nel  capoluogo umbro, fu, appunto, graziata dopo aver scontato più di venti anni della pena che le era stata inflitta. L’accusa:  concorso nell’omicidio di una sua cognata. Probabilmente l’anello debole della serie omicidiaria che dalla tranquilla cittadina del comprensorio dolomitico in provincia di Belluno è deflagrata in decine di pubblicazioni e ha conquistato posizioni negli annali dei grandi fatti di cronaca nera. A Perugia la donna racconta poco e parla con sofferenza del passato con le compagne  di detenzione . Read more…

giovedì, Luglio 4, 2024 Categoria: Senza categoria

“La Rai in Umbria” : aneddoti e curiosità dietro le quinte dal 1959

di ALLAN FONTEVECCHIA

110 personaggi, da Biagio Agnes a Sergio Zavoli, da Maurizio Costanzo a  Paolo Valenti, dai giornalisti, tecnici e impiegati  della prima sede inaugurata il 3 ottobre 1959 in via Baglioni, a quelli che nel  complesso di via Masi, sempre a Perugia, dal 1981 hanno potenziato  il  radicamento sul  territorio e, decenni dopo, l’hanno coltivato con la rivoluzione digitale. Sono oltre sessanta anni di  storia del servizio pubblico radiotelevisivo quelli che raccontano, con fatti rilevanti, aneddoti sconosciuti e curiosità inedite , il giornalista Alvaro Fiorucci e il regista Gino Goti nel libro “ La Rai in Umbria”, pubblicato da Morlacchi Editore . Ecco, dunque, Claudio Villa che arriva rombando per corso Vannucci e non si toglie la tuta da motociclista neppure per registrare il suo programma. Ecco, ancora,  i retroscena delle sfide di Todi e Gubbio  a “Campanile sera” condotto anche da Mike Bongiorno ed Enzo Tortora. Read more…

lunedì, Giugno 17, 2024 Categoria: Senza categoria

1959: non sarà la BBC però è stato un successo (la Rai in Umbria)

di Allan Fontevecchia

Quando Jimmy arriva sul Monte Peglia, la Rai e l’Umbria cominciano , per strade parallele, una lenta corsa ventennale verso la modernità . Il servizio pubblico radiotelevisivo ha appena  collegato il sud al nord e già chi pianifica un futuro di decentramento territoriale dell’azienda. Mentre  la Regione, allo stato nascente, fa i conti con la nuova organizzazione dello Stato: la  regionalizzazione è la sua scommessa per il domani . Percorsi  per scenari inediti che finiranno in tempi diversi per condizionarsi a vicenda  L’Umbria, proprio con gli   impianti della Rai ha cominciato a perdere quella marginalità economica e sociale alla quale il dopoguerra l’aveva relegata. Siamo alla fine degli anni ’50 . L’ epopea avventurosa dei ripetitori  sulla montagna di San Venanzo , presidio di un paese ora tecnologicamente unito, è già cominciata . Storia di persone , ma non solo. Jimmy, infatti, è,  anche lui, un protagonista di quegli anni pioneristici, che è rimasto nella memoria degli uomini. Bell’esemplare di pastore tedesco è stato addestrato a far da portalettere al gruppo dei tecnici che presidiano gli impianti e che spesso rimangono  isolati per la  neve: il servizio postale a quattro zampe . Read more…

sabato, Aprile 13, 2024 Categoria: Senza categoria

Quando è lecito dire “non mi rompete i… cabasisi”

Il commissario Salvo Montalbano avrebbe detto “Non mi rompete i cabasisi” e, come nei libri di Andrea Camilleri nessuno si sarebbe offeso. Un  ragioniere perugino che invece  andò giù diretto senza eufemismi  “ Non mi rompete i co…” finì sotto processo, accusato di oltraggio a pubblico ufficiale, perché i destinatari del suo invito erano quattro agenti dell’Ispettorato Antifrodi del ministero dell’Agricoltura che non gradirono. C’è differenza, oggettivamente con l’invito a non rompere, a non scocciare,  alludendo  a quei  tuberi molto diffusi in Sicilia, i cabasisi  appunto, per evitare di citare direttamente certe del corpo umano che può risultare sgradevole. C’è differenza , ma , l’imputato fu assolto lo stesso con una motivazione che, se non fece giurisprudenza, fece da miccia ad un  infiammato scambio di opinioni e di quesiti  tra i linguisti che se ne occuparono: l’espressione è da vocabolario ora che, pur inelegante, è diventata di uso comune ? Read more…

sabato, Dicembre 16, 2023 Categoria: Senza categoria

I furti di rame e gli affari della criminalità

A star dietro a tutti i passaggi di mano di un vaso di rame rubato in un cimitero umbro si potrebbero percorrere  migliaia di chilometri per  raggiungere la destinazione finale che in genere è in uno dei paesi dell’Africa del nord o dell’Europa dell’est dove la materia prima scarseggia e sono floride le operazioni di riciclaggio. Controllate anche finanziariamente dalla criminalità organizzata. Le mafie italiane e straniere, spesso in attività consociata, controllano  l’andamento del mercato ufficiale e si regolano di conseguenza: quando il prezzo sale , mettiamo che superi gli  otto euro al chilo, i furti aumentano perché si allarga contemporaneamente  il margine del profitto delle compravendite illegali che può superare la soglia del cinquanta per cento che  è il ricavato medio dei furti  . Soprattutto se è materiale vergine come quello stoccato nei depositi ferroviari, delle compagnie telefoniche o delle aziende che lo  impiegano per la costruzione delle linee elettriche. Appartengono a questa tipologia  due furti avvenuto a distanza di venti anni l’uno dall’altro. Il primo fu il saccheggio del magazzino  delle ferrovie di Orvieto Scalo. Quattro slavi partiti da Roma portarono via con due furgoni rubati otto bobine di rame ancora imballate, valore un miliardo. Colpo clamoroso, ma andato a vuoto. La banda venne  intercettata dai carabinieri: due arresti e due fuggiaschi. Read more…

sabato, Dicembre 16, 2023 Categoria: Senza categoria

Cimitero virtuale per vittime vere, storie di badanti e di femminicidi

Nel  cimitero ci sono lapidi incise con lettere di alfabeti stranieri che raccontano storie di donne che fanno lo stesso lavoro e che sono morte tutte per femminicidio. È un cimitero particolare, suggestione della cronaca,  dove riposano le badanti uccise nel tempo, delitti per lo più dimenticati. Tra  queste tombe c’è , allora, quella di Fatima Abdelali che aveva  32 anni e assisteva  un’ anziana di Assisi. Voleva  divorziare . E il marito, Salah Warrish, connazionale marocchino di 36 anni, che è contrario l’ha uccisa a coltellate il 23 gennaio 1999, di pomeriggio. È stato condannato a 30 anni di carcere. Poco più in là ecco l’ultima destinazione di Yolanda Verdezoto, 26 anni, ecuadoregna,  scomparsa da Todi il 18 gennaio 2002 . Cercava un lavoro a domicilio, anche l’aiuto ad un anziano o ad una coppia di anziani. Intanto abitava con la sorella che un posto di badante l’aveva già trovato. Il suo cadavere è stato ritrovato nel fondo di un pozzo. Read more…