-
Calendario
Giugno 2025 L M M G V S D 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Acquista i libri online
Commenti recenti
- + 1.388650 BTC.NEXT - https://graph.org/Message--17856-03-25?hs=0ae32850da35a85b4802e729c9fc20db& su I delitti di Alleghe ,il carcere di Perugia, la grazia di Pertini
- + 1.329628 BTC.GET - https://graph.org/Message--17856-03-25?hs=29cbcebc7d7dcfefbc420179899d304f& su Meredith Kercher
- Danilo su TUTTE LE INSIDIE DEL WEB, LE MAFIE ALL’ATTACCO DEI DATI
- antonio pavani su 1982: Storia di un sequestro e della voce del telefonista.
- alvaro fiorucci su Sisde, mezze verità sull’omicidio Pecorelli?
Umbria: continuità delle forme mentre gli affari sporchi fanno interagire i gruppi criminali italiani e stranieri
Sostanzialmente continuità. Sostanzialmente il rafforzamento di tendenze criminali evidenti da un quindicennio. Sostanzialmente gli stessi protagonisti sulla scena percorsa da una macchina della giustizia che dovrebbe dare risposte ad una popolazione di molto superiore a quel milione di presenze che si possono collocare in Umbria. Continuità?Si continuità come ha spiegato al Tgr della Rai il Procuratore Distrettuale Antimafia Luigi De Ficchy dicendo sostanzialmente che la presenza delle mafie data ormai trenta anni, che il grosso delle migrazioni dal sud è arrivato con gli appalti per la ricostruzione dopo il terremoto del 1997, che le forze dell’ordine prevalentemente intervengono su notizia di reato perché non hanno risorse per tirare su un argine che blocchi le infiltrazioni di capitali sporchi. Non ci sono insediamenti stabili-ha detto De Ficchy- ma c’è una grande lavanderia di soldi che si trasformano in proprietà agricole, turistiche e commerciali . Leggi tutto…
2015: dalla sentenza definitiva per l’omicidio di Meredith alla forte incidenza dei delitti commessi in famiglia
Le vittime della metà degli omicidi avvenuti in Umbria nel 2015 sono donne. Tre donne cadute sotto i colpi di armi da fuoco o ferite a morte con coltelli di uso domestico. Una recente ricerca di Eures sui femminicidi attribuisce alla regione l’indice più alto con 12,9 femminicidi per milione di donne residenti. L’anno che è appena finito è anche l’anno in cui si è conosciuto , con le motivazioni della Suprema Corte di Cassazione , l’esito dell’ uccisione di Meredith Kercher , un colpevole, due innocenti e due assassini , a stare alle sentenze, da individuare e catturare, come Alvaro Fiorucci e Luca Fiorucci raccontano in “Reperto 36- anatomia giudiziaria dell’omicidio di Meredith Kercher” edito da Morlacchi. Dunque il dettaglio. Il sei marzo, ad Uppiano, vicino a Città di Castello, Yuri Nardi, un poliziotto di 41 anni, uccide la moglie, Laura Arcaleni di 40, e poi si suicida. Il 25 novembre, a Perugia, Raffaella Presta, anche lei quarantenne, viene uccisa con due colpi di fucile dal marito Francesco Rosi. Leggi tutto…
-Emile Zola,il processo Dreyfus e Reperto 36, anatomia giudiziaria dell’omicidio di Meredith Kercher-
dal profilo Facebook di Carlo Roberto Sciascia.
Sabato 12 dicembre, alle ore 16.30, nella Sala degli specchi dell’Ente Provinciale per il Turismo – Reggia di Caserta sarà presentato il libro diAlvaro Fiorucci e di Luca Fiorucci Reperto 3 – Anatomia giudiziaria dell’omicidio di Meredith Kercher
Morlacchi Editore .L’evento è promosso dall’Ept di Caserta e dalla Pro Loco di Caserta.
A seguire nel Salone di rappresentanza della Pro Loco di Caserta si inaugurerà la mostra d’Arte contemporanea “Je accuse”. Il tema fa chiaramente riferimento al manifesto – denuncia dello scrittore Emile Zola e si ricollega ai <misteri irrisolti> della giustizia italiana. Leggi tutto…
Via del Belocchio : aspettando il processo c’è una voce in più nel vocabolario dei femminicidi.
Se si dovessero trovare le parole giuste per spiegare che cos’è il fenomeno del femminicidio scegliendole nella teoria di morte che ha portato a 37 il numero delle donne ammazzate nel 2015 , l’omicidio di via del Belocchio a Perugia sarebbe il vocabolario giusto nel quale cercarle. Una coppia di quarantenni colti e benestanti che stanno insieme da venti anni,un figlio di sei anni , uno stesso tetto, e un rapporto coniugale che non funziona. Non funziona al punto che le liti sono sempre più frequenti e più aspre . E le botte pure. Ma non trova la forza di dire basta. Neanche cerca per un tempo lunghissimo, il modo di aprire quella gabbia di violenza che pare non fosse condizione riservata alla privacy familiare. Eppure conosce certe situazioni,conosce la piega che possono prendere, sa dell’epilogo irreversibile che ci può essere da un momento all’altro. Lo sa se non per altro, perché li ha letti nei fascicoli di certi casi di violenza domestica dello studio di avvocato che ha frequentato fino all’altro ieri. Quando la insostenibilità della situazione incontra la volontà di Raffaella Presta di riprendersi la sua libertà,la sua autonomia, la sua vita e magari di condividerla con un’altra persona confidando in un approdo dolce dopo la strambata, è troppo tardi. Il marito Francesco Rosi in un umido pomeriggio di novembre, quello del 25 novembre, spara con il fucile da caccia da due passi o poco più : il piombo del primo colpo prende la donna alla mano destra dell’inutile tentativo di difesa e si pianta nell’addome; il secondo e alla schiena la schiena, sfonda i polmoni e fa arrivare la morte in pochi attimi. Leggi tutto…
All’insaputa di tutti il percolato della mafia scorre alla luce del sole
Curiosamente il percolato mafioso scorreva alla luce del sole. Singolarmente lo spessore criminale di alcuni dipendenti per le attività isolane era scritto negli accessibili certificati penali .Persone legate al potente clan dei Santapaola. Fatti ,affari e alleanze erano per niente sconosciute nei diversi ambienti di pertinenza. Pare tutti avrebbero potuto/dovuto sapere tutto. Di tutti. O, quantomeno, avrebbero potuto/dovuto farlo con facilità. Eppure soltanto adesso ,dopo l’’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Perugia e le 50 cartelle di interdittiva antimafia del prefetto del capoluogo umbro Antonella De Miro , si sente dire con compita contrizione: attenzione c’è il malaffare che bussa alla porta. Bussa? Il malaffare in generale e senza riferimenti alle vicende odierne ha da tempo varcato l’uscio. E’ entrato . Ovviamente senza bussare. Ma questa discrasia temporale non deve stupire: per almeno un ventennio le fonti ufficiali hanno parlato di rischio quando, per dirne una, il mercato della droga era già in mano alle mafie multietniche come un fiume di soldi sporchi aveva eroso come materiale carsico settori economici in difficoltà e altri ne avrebbe erosi negli anni a venire, per dirne un’altra. Altro che rischio. Oltre la soglia del rischio e senza bussare. Appunto. Ma questo è un altro discorso . O forse no. Comunque adesso non è il caso. Lasciamolo perdere.Torniamo ai sospetti che questa volta coinvolgono Gesenu . Leggi tutto…
Reperto 36: un libro per conoscere la ricostruzione di un delitto e per affacciarsi sul funzionamento del sistema giudiziario italiano
di ALLAN FONTEVECCHIA
Emma D’Aquino all’epoca dei fatti inviata speciale e ora conduttrice di punta del Tg1 della Rai coordinerà la presentazione di “Reperto 36- anatomia giudiziaria dell’omicidio di Meredith Kercher “ – un volume realizzato dai giornalisti Alvaro Fiorucci e Luca Fiorucci e portato nelle librerie da Morlacchi Editore. L’incontro è previsto alle 17 di sabato 10 ottobre 2015 nell’atrio del Teatro Morlacchi a Perugia. Con gli autori interverrà anche l’editor Claudio Brancaleoni. Con “ Reperto 36” nei fascicoli dell’inchiesta sull’omicidio della studentessa inglese è indicato un coltello da cucina , presunta arma del delitto di via della Pergola 7, avvento nella notte tra l’ 1 e 2 novembre 2007. Un presunta arma del delitto sulla base della quale tre persone hanno assunto il ruolo di indagati. La prima ,Rudi Guede ha avuto una condanna definitiva e ad altre due Raffaele Sollecito e Amanda Knox sono toccate condanne, assoluzioni, di nuovo condanne e infine assoluzioni definitive. Il libro di Alvaro Fiorucci e Luca Fiorucci è un portolano di queste sentenze. E’ lo specchio del nostro sistema giudiziario. Leggi tutto…
Reperto 36-un giudice per Meredith Kercher: Amanda,Raffaele,Rudi,viaggio nel cuore delle sentenze.
di Allan Fontevecchia-<<L’ipotesi che pur essendo plausibile non trovava grandi favori vede Amanda e Raffaele finire subito, per ovvie ragioni, sotto il cono di luce che scandaglia il mare dei sospettabili. Passano poche ore e si trovano degli indizi di una pista da seguire. La pista però viene troppo velocemente percorsa fino in fondo .Il traguardo degli arresti è tagliato in un attimo. Troppo in fretta . Nessuno saprà mai che cosa sarebbe successo se i sospettabili fossero stati seguiti, tallonati, lasciati con il guinzaglio lungo ma ben imbottiti di microspie, spiati in ogni loro movimento e in ogni loro fiato. Sarebbero fuggiti come Rudi Guede? Era questo il rischio? Un rischio che dovrebbe essere inesistente quando i possibili fuggiaschi sono sotto controllo minuto per minuto. Difficile che con un’ attività di questo tipo prolungata nel tempo non si sarebbero raccolte quelle prove di colpevolezza o quelle certezze di innocenza che avrebbero potuto raccontare una diversa storia processuale. Come dicono adesso questi ultimi giudici di legittimità. Ma, in fondo, le recriminazioni fondate o meno che siano, adesso servono a niente. Ci sono state e ci sono ancora. Se ne prende nota e parentesi chiusa. >> E’ uno dei passaggi del libro <<Reperto 36-Un giudice Per Meredith Kercher >> che Alvaro Fiorucci e Luca Fiorucci, due generazioni di cronisti, hanno affidato alla casa editrice Morlacchi che lo metterà in libreria all’inizio del prossimo ottobre, tra meno di un mese. Leggi tutto…
Luigi Chiatti: attuata integralmente la sentenza di condanna del 1996
Il percorso carcerario stabilito dalla sentenza dell’11 aprile 1996 (vedi “ Il cacciatore di bambini- biografia non autorizzata del Mostro di Foligno ”- Morlacchi Editore-) è nella sostanza il percorso dell’esecuzione della pena che il Tribunale di Sorveglianza ha tracciato per Luigi Chiatti una volta scontati i trenta anni di condanna per gli omicidi di Simone Allegretti e Lorenzo Paolucci , due bambini brutalmente ammazzati in due diverse circostanze il 4 ottobre 1992 e il 7 agosto 1993.. Infatti scrive oggi l’Ansa: “ il tribunale di Sorveglianza di Firenze ha accertato la pericolosità sociale di Luigi Chiatti e quindi ha dichiarato eseguibile la misura di sicurezza in una casa di cura e custodia per un periodo minimo di tre anni. In questo modo il tribunale di sorveglianza ha confermato quanto stabilito dalla corte d’assise di appello di Perugia, che ordinava di ricoverare Chiatti in una struttura una volta scontata la pena. Respinto il ricorso della difesa. La Corte d’appello di Perugia aveva infatti stabilito: “questa corte, se da un lato ha ritenuto di dover sanzionare i delitti commessi da Chiatti Luigi non già con l’ergastolo ( è la pena dell’Assise ndr) ma con la reclusione nella misura di anni trenta, dall’altro ha giudicato l’imputato socialmente pericoloso e perciò sottoposto alla misura di sicurezza detentiva di ani tre di ricovero in una casa di cura e di custodia , che è la misura di sicurezza prevista per chi, come lui, è risultato non del tutto sano di mente. Orbene questa circostanza -e proprio questa circostanza- fa si che il suddetto , indipendentemente dall’espiazione della pena principale o della parte di essa che- grazie ai benefici della legge penitenziaria – effettivamente come qualsiasi altro detenuto , espierà, potrà essere restituito alla libertà solo dopo che- e solo se da parte della magistratura competente, e cioè dalla magistratura di sorveglianza , sarà stato giudicato non più pericoloso per la collettività”. Leggi tutto…
Dopo i misteri di villa La Sfacciata tornano quelli de Il Forteto ?
Dopo il medico tedesco della villa La Sfacciata, ecco che ritorna all’attualità della cronaca anche la discussa comunità de “Il Forteto”. Di Rolf Reinecke si starebbero occupando i carabinieri che per conto della Procura della Repubblica di Firenze sono andati a cercare notizie ( e forse altro) a Prato dove l’uomo ha avuto per anni , anche negli anni degli omicidi delle coppie , un’ attività imprenditoriale. Rolf Reinecke , quando scoprì vicino alla sua abitazione i cadaveri dei due ragazzi uccisi a Giogoli era stato a lungo attenzionato dagli investigatori che però non trovarono nulla da addebitargli se non le troppe armi che teneva in casa. Il suo nome , era ricomparso una quindicina di anni fa nelle indagini sulla morte del medico perugino Francesco Narducci collegate a quelle sui duplici omicidi del Mostro di Firenze per via di una presunta conoscenza comune del farmacista di San Casciano Francesco Calamandrei e di altri personaggi altolocati finiti sotto il cono di luce acceso dagli inquirenti su ogni possibile sospetto .In quegli stessi anni e per la stessa inchiesta si parlò anche del Forteto e del suo leader Roberto Fiesoli recentemente condannato in primo grado a 17 anni di carcere accusato di una serie di abusi sui minori che in diversi periodi sono stati dati in affidamento alla sua comunità-cooperativa impiantata nel Mugello. Leggi tutto…