venerdì, Maggio 18, 2012 Categoria: Cronache

Piccole storie nere:la bambina scossa,un ergastolo e quindici anni.

Le ho tolto le scarpe ma non l’ho spogliata. Con la sinistra l’ho presa per i capelli e l’ho sollevata dal tappeto. Con la destra l’ho colpita due o tre volte  sulla pancia. Poi l’ho lasciata cadere. Era meno di un metro, ha battuto la nuca.Giorgio Giorni,ragazzone di 33 anni, una buona famiglia di imprenditori edili a San Sepolcro, racconta in tutti i particolari come ha ammazzato Maria Geusa, due anni e sette mesi, figlia di un suo operaio partito da Manduria e arrivato nell’Alta Valle del Tevere a cercare fortuna. L’ha ammazzata la mattina del 5 aprile 2004 quando è cominciata l’agonia di nemmeno ventiquattro ore, nello scannatoio di via Maria Angeloni a Città di Castello affittato per far sesso con chi ci stava. La bambina no. La bambina ce l’aveva portata per cambiarla perché si era sentita male. Nega la violenza sessuale,nega lo stupro. Vuol, tenere lontano l’indicibile. Invece no dicono il pubblico ministero Giuseppe Petrazzini e i carabinieri. Giorgio Giorni ha abusato sessualmente anche di Maria ed è stato un massacro. Non hanno avuto dubbi gli infermieri del Pronto Soccorso. L’hanno spiegato nelle loro relazioni i medici legali incaricati  dalla Procura di Perugia.E’ stato uno scempio al quale sono seguite le percosse e lo scuotimento che ha  innescato la <<sindrome del bambino scosso>> ha spento la piccola vita di Maria Geusa. Il ragazzone di Sansepolcro si era appartato altre volte con quella creatura che doveva ancora far tre anni: ci sono le tracce sul letto e ci sono i capelli raccolti con la spazzatura. Ergastolo,stabilisce il giudice  Claudia Matteini il 26 novembre 2005 alla fine del rito abbreviato chiesto e ottenuto dal difensore,l’avvocato Giancarlo Viti. Fine pena mai confermano la Corte d’appello il 20 settembre 2006 e la Cassazione il 29 gennaio 2008. Ma in questa storia immonda c’è un altro protagonista. E questo non ammette niente. Innocente,dice mentre piange e sviene dalle indagini al processo. Si chiama Tiziana Deserto, ha 32 anni, è la moglie del piastrellista Massimo Geusa, si è invaghita di Giorgio Giorni, datore di lavoro del marito. E’ con lui che sogna una vita diversa e forse un romanzo d’amore come se ne vedono in tv. L’ accusano di aver prestato la figlia consapevole dell’uso di  bambola erotica che l’imprenditore ne faceva ogni volta che cercava l’occasione. Come l’occasione  se l’era fatta trovare  il 5 aprile. No: lui la prendeva perché voleva bene alla bambina. Quasi un secondo padre. Io ero contenta: si abituava a frequentarlo per il futuro.Fantasie dicono i giudici che il 24 novembre 2007 la condannano a 15 anni di galera per concorso nel delitto e nelle violenze sessuali. Hanno condannato una innocente,dice il suo difensore Gianni Zaganelli. Ma i 15 anni di carcere sono confermati in appello il 9 giugno 2010 e il 17 maggio 2012 dalla Suprema corte di Cassazione. Quel giorno la giustizia ha messo Tiziana Deserto sulla strada del carcere più vicino.

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