Piccole storie nere: le tre morti del professor Narducci
E’ una morte radiografata tre volte e per farlo ci sono voluti ventotto anni. Tre giudici l’hanno letta in tre maniere diverse e ancora oggi non c’è la lettura definitiva.La morte di Francesco Narducci- avvenuta l’otto ottobre 1985- è stata subito archiviata dal pubblico ministero Federico Centrone come un annegamento accidentale nel lago Trasimeno: una disgrazia evidente senza bisogno di autopsia.La seconda archiviazione arriva nel 2009- dopo che la procura della repubblica di Perugia ha riaperto le indagini da otto anni ipotizzando un collegamento tra la fine del giovane medico perugino e i delitti del mostro di Firenze. Questa volta la firma è del giudice Marina De Robertis che archivia un omicidio e proscioglie- su richiesta del pubblico ministero Giuliano Mignini- presunti mandanti, presunti killer, presunti fiancheggiatori. Omicidio perchè i consulenti dell’accusa hanno trovato – nell’autopsia fatta a Pavia il 6 giugno 2002-i segni di uno strangolamento e hanno ipotizzato che il cadavere ripescato il 13 ottobre 1985 e fotografato sul molo di Sant’arcangelo era diverso da quello del medico scomparso cinque giorni prima. C’è stato dunque un grande depistaggio-sostiene a questo punto il piemme -per nascondere le cause della morte e le implicazioni fiorentine. Più di venti perone sono indagate:il padre,il fratello,altri familiari,amici l’ex questore di Perugia,un ufficiale dei carabinieri e altri influenti e presunti sodali. La terza lettura della misteriosa morte di Francesco Narducci è del Giudice Paolo Micheli che-il 20 aprile 2010 ipotizza un suicidio con due possibili moventi: le indagini sul Mostro di Firenze; la paura di una grave malattia autodiagnosticata. La ricostruzione della Procura è bocciata con giudizi severi . I reati ipotizzati non sono stati commessi. Tutti gli indagati vengono prosciolti con una monumentale sentenza di novecento pagine che Giuliano Mignini ha portato in Cassazione con un altrettanto monumentale ricorso. La decisione che chiuderà definitivamente –o riaprirà ancora una volta -il caso tra qualche mese.Ci sono stati anche effetti collaterali: quattro arresti- due con settimane di carcere- di persone poi completamente scagionate e due condanne del Tribunale di Firenze . Condanna per il magistrato che ha coordinato le indagini e per il poliziotto che di queste indagini ha fatto la gran parte. 1 anno equattro mesi a Giuliano Mignini e un anno e sei mesi a Michele Giuttari per presunti abusi nelle investigazioni. Condanne annullate dalla Corte d’appello che ha disposto un nuovo processo da tenersi a Genova. Effetti collaterali di una storia infinita.
alla luce della “terza morte” vicenda molto, molto ( sempre più ) impegnativa.