venerdì, Giugno 14, 2013 Categoria: Cronache

<< Vite a perdere>>:femminicidio,una storia antica

La rubrica <<Vite a Perdere>>  del telegiornale regionale della Rai dell’Umbria ha raccontato nella trasmissione <<Buongiorno Regione>> le storie di  almeno 45 casi di femminicidio avvenuti in Umbria negli ultimi trenta anni. Storie agghiaccianti con alcuni elementi comuni e costanti. La più rilevante è che il numero gli omicidi  di donne, dentro e fuori le mura domestiche, quasi sempre per una presunta gelosia, è sostanzialmente costante nel tempo. Il femminicidio non è  dunque un fenomeno recente, non è un fenomeno di questi giorni come potrebbe sembrare dall’improvviso interesse manifestato dalla politica, dalla sociologia, dal giornalismo.Un altro elemento di un qualche rilievo è che, stando alle cronache, è in aumento il numero degli uomimi che dopo aver ucciso si tolgono a loro volta la vita spesso usando la stessa arma del delitto. L’ultimo caso è quello di oggi: a Foligno,Virgil Murariu, 43 anni, ha ucciso con due coltellate al collo l’ex moglie Sandita Monteaunu, connazionale di 38 anni. In fuga dopo il delitto è stato intercettato dai carabinieri sul raccordo Terni-Orte all’altezza dell’uscita per Amelia. Prima che lo prendessero si è ucciso nell’abitacolo della sua auto con la stessa arma  del delitto di Foligno.

Di seguito un testo della giornalista Erika Baglivo con l’analisi dei casi trattati dalla rubrica <<Vite a Perdere>>. 

Uomini che odiano le donne. Uomini che uccidono per gelosia, per senso di possesso, per mantenere un controllo che in altri modi gli sfugge. Uomini che uccidono e poi si uccidono, incapaci di sopportare una vita da assassini. La storia del femminicidio in Umbria è  una lunga storia, fatta di tanti terribili casi che vanno indietro nel tempo e che continuano fino ad oggi. Cambiano i contesti, le armi utilizzate per uccidere, le fasce d’età , i ceti sociali coinvolti ma i termini fondamentali restano sempre gli stessi, uomini che ad un certo punto non sanno più come gestire i loro problemi con le donne se non uccidendole.

Fu così nel 1989 per Augusto Natali convinto che la propria compagna lo tradisse. Non trovò altro modo per far valere le proprie ragioni se non colpirla al torace con un fucile.

E’ stato così per Luciano Brancaccio che il 27 luglio del 2011 ha cosparso di benzina la moglie e le ha dato fuoco mentre andavano dall’avvocato per definire il divorzio. In mezzo oltre 20 anni di cronaca umbra costellati di casi di questo genere. 26 donne sopra i 30 anni uccise, le altre erano ancora più giovani. 6 omicidi hanno riguardato prostitute. Assassinate 12 donne straniere. 40 casi dal 1975 al 2012 di femmincidio in qualche modo legati all’Umbria perchè¨ umbri i coinvolti o perchè¨ l’Umbria ha fatto da sfondo. In 10 casi gli uomini hanno dichiarato che ad armarli è stata la gelosia, in 6 si sono suicidati, mentre 4 hanno tentato di farlo.

E poi ci sono le vite di donne scomparse nel nulla come Sonia Marra, Barbara Corvi e Lucia Ciocoiu.

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