giovedì, Gennaio 16, 2014 Categoria: Cronache

Caso Narducci e collaterali:assolti Mignini e Giuttari

fiorucci_copertina_fronteLa Procura di Perugia non ha svolto indagini parallele a quelle della Procura di Genova su  due registrazioni di colloqui (Michele  Giuttari con il magistrato Paolo Canessa e con il questore Giuseppe De Donno), finite nel fascicolo dell’inchiesta sulla morte del medico perugino Francesco Narducci in quel momento collegata con quelle sui delitti del Mostro di Firenze. Il pubblico ministero di allora  Giuliano Mignini e l’allora capo del Gides infatti sono stati assolti- dal giudice preliminare di Torino Giorgio Potito – con formula piena- perché il fatto non sussiste- dalle accuse di favoreggiamento ( Mignini nei confronti di Giuttari) e di abuso di ufficio (entrambi) che hanno dato origine al procedimento. Procedimento che a Firenze aveva già visto un processo con la condanna dei due inquirenti,un secondo grado con la Corte d’ Appello  che aveva annullato  la sentenza di primo grado e dichiarato la competenza territoriale di Torino , il ricorso per Cassazione della Procura Generale toscana e quindi la Suprema Corte che ha respinto  il ricorso,azzerato il  processo di primo grado e le condanne del magistrato e del poliziotto. Firenze non  avrebbe dovuto indagare e formulare il giudizio per l’evidente conflitto dovuto dal coinvolgimento del piemme fiorentino. Ora Torino ha detto che per la parte più corposa degli addebiti << i fatti non sussistono>> e che gli imputati vanno assolti con la formula più ampia. <<Non avevo il minimo dubbio su come sarebbe andata a finire- ha commentato Michele Giuttari- questa inchiesta è nata ed è finita come una bolla di sapone. Io e Giuliano Mignini abbiamo soltanto fatto il nostro dovere  per riuscire ,tra ostacoli, ostracismi , difficoltà di ogni genere, a mandare avanti un lavoro investigativo complicassimo. Questo nostro impegno, questa nostra attività evidentemente ha disturbato qualcuno. Credo che con il tempo si potrà fare chiarezza su chi ha operato per bloccare un’indagine che era arrivata ad una fase cruciale . Noi andavamo avanti nonostante le spinte contrarie. Nonostante le intimidazioni palesi nei miei confronti. Ora Torino ha detto che mettendoci sotto inchiesta si è perso soltanto del tempo prezioso. Lo stesso tempo che ha fatto maturare le prescrizioni per le altre ipotesi di reato che ci hanno contestato .Prescrizioni che  non abbiamo cercato, anzi che  noi volevamo scongiurare  collaborando al massimo con chi ci ha inquisiti>>. Per le accuse relative ad altre registrazioni e  intercettazioni telefoniche che hanno riguardato-  sempre nell’ambito delle indagini  medico di Perugia- Mostro di Firenze- l’ex questore di Firenze Giuseppe De Donno e due giornalisti, il giudice ha stabilito il non luogo a procedere per prescrizione del reato. Prescritto anche il presunto abuso d’ufficio  nei confronti dei funzionari di polizia  Roberto Sgalla e Mario Viola ,sottoposti ad indagine.Va in prescrizione tre giorni prima del processo fissato per il 18 marzo- un solo residuo capo di imputazione relativo ad un presunto tentativo di condizionamento di un altro giornalista indagato. Le prescrizioni- viene fatto notare

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