mercoledì, Novembre 11, 2020 Categoria: Cronache

Il Mostro di Firenze dopo il caso dell’ex legionario

di Allan Fontevecchia –L’attesa per il completamento  degli esami su una Beretta calibro 22 “ rinvenuta di recente” conferma che altre inchieste sono e restano aperte . Un appunto del Sisde prova invece che non è mai cessato l’interesse dei servizi segreti, mentre è da escludere  che la catena di sangue sia attribuibile a un  disegno di distrazione di massa architettato dalla destra eversiva e  dagli apparati  deviati. Un proiettile intatto utile per le analisi tecniche era rimasto conficcato ( e non repertato) in   un cuscino della tenda delle vittime francesi , le ultime. Una sola  calibro 22 ha sparato dal 1968 al 1985, convalidando precedenti analoghe determinazioni. Molti i dubbi lasciati aperti dalle sentenze definitive fin qui pronunciate. Questi ed altri significativi passaggi sono contenuti nelle motivazioni dell’archiviazione del procedimento nei confronti dell’ex legionario Giampiero Vigilanti (90 anni) e del medico in pensione Francesco Caccamo (89 anni) indagati per gli otto duplici omicidi del Mostro di Firenze.

Il provvedimento del gip Angela Fantechi è così sintetizzabile.

1)- non ci sono elementi indiziari per esercitare l’azione penale nei confronti di Vigilanti e di Caccamo ( coinvolto soltanto dalle dichiarazioni del primo) ed è escludibile che un eventuale dibattimento possa portare ad un verdetto  di condanna.

2)- la sentenza che ha condannato in via definitiva Giancarlo Lotti. Mario Vanni e Giovanni Faggi ( Pietro Pacciani è morto dopo che la Cassazione aveva annullato la sentenza di secondo grado che l’aveva assolto e quindi non si è potuto celebrare l’appello) “ ha lasciato aperti degli interrogativi sia in ordine agli episodi riferiti de relato da Lotti ,sia sull’esistenza di un mandante che avrebbe acquistato i poveri resti escissi dai corpi delle vittime, sia per l’impossibilità di ricollegare i delitti più recenti l’episodio del 1968 tutti commessi con la stessa arma, sia per i dubbi sull’attendibilità di Lotti”.

3)- finito tra le persone sospette  dopo  l’ultimo agguato del 1985 Vigilanti era stato perquisito e interrogato. Furono trovati articoli di giornali e una pistola High Standard calibro 22 acquistata l’anno prima, regolarmente detenuta e utilizzata al poligono. Nessun indizio a suo carico. L’arma non venne sequestrata.

4)- dalle recenti indagini di polizia scientifica non sono risultati elementi a carico dei due indagati. Chiarito ogni dubbi sulla provenienza di un guanto ritrovato sulla scena dell’ultimo crimine; lo stesso vale per la posizione di coloro che rinvennero i reperti. “Il dato di novità principale è costituito dal rinvenimento nel 2015 all’interno di uno dei cuscini che erano dentro, la tenda occupata dai giovani francesi , di un proiettile che non avendo impattato oggetti solidi, non aveva riportato particolari deformazioni ed è stato particolarmente utile per le indagini balistiche […] il proiettile e compatibile con quelli analizzati nelle perizie del 1982 e del 1984 […] Sui reperti nuovamente analizzati non risultano impronte dattiloscopiche o biologiche attribuibili agli odierni indagati […] ”.

5)- E’ certa la conoscenza che Vigilanti aveva di Pacciani, ma questo, non è un indizio : si conoscevano perché entrambi sono di Vicchio.

6)- L’ex legionario  ha lavorato per un breve periodo nell’azienda  di Rolf Reinecke a Briglia di Vaiano, ma “nulla altro è emerso”. Neanche dopo un nuovo interrogatorio dei parenti dell’uomo deceduto in Germania da tempo.  L’imprenditore che aveva rinvenuto i cadaveri dei due tedeschi uccisi nel caravan parcheggiato non lontano dalla sua abitazione una depandance della villa La Sfacciata (Giogoli 1983)  , era stato oggetto di sospetti in relazione serie di uccisioni  ma le indagini non trovarono elementi probanti. I congiunti negano che Vigilanti e Reinecke si conoscessero.

6)- Sono state effettuate nuove intercettazioni telefoniche con esito negativo. Sono state repertate nuove impronte dattiloscopiche ma sono risultate inutilizzabili per le comparazioni. Esito negativo- per accusare i i due attuali indagati- dalle comparazioni di tutte le altre tracce repertate.

7)- E’ stato identificato l’autore delle telefonate anonime ricevute nel 2015 dalla madre di Pia Rontini (Vicchio luglio 1984); il soggetto ha riferito che cercava per conto di un giornale il memoriale di Pietro Pacciani. “ E stato acquisito il memoriale di Pietro Pacciani- scrive il gip- che non contiene indicazioni precise su Vigilanti che tuttavia viene collocato dal predetto Pacciani, sul luogo del delitto di Stefano Baldi e Susanna Cambi (le Bartoline di Calenzano , 1981) . Pacciani scrive che Vigilanti ,alla guida di un’Alfa Romeo rossa, era stato fermato dai carabinieri in stato di agitazione. Si tratta di una circostanza fuorviante perché l’ex legionario non  è mai stato fermato alla guida di un’ Alfa Romeo Rossa”. Ancora nulla di utile all’accusa dalla testimonianza di due  soggetti che, rimasti anonimi per tanto tempo avevano, hanno recentemente  contribuito a tracciare un identikit nel quale un maresciallo dell’Arma aveva visto i tratti dell’indagato che negli ultimi tempi ha tenuto banco sui media.

8)- Non la racconta giusta sul valzer delle armi da lui possedute, ma le perizie balistiche lo scagionano da ogni accusa relativa a delitti del mostro. Gli esami del Ros escludono che la  High Standard 22 posso aver esploso i colpi dei duplici omicidi.

Stessa esclusione tecnica  per la Smith& Wesson che aveva acquistato nel 2013. Completamente diverse da quelle trovate sui colpi  mortali  le tracce lasciate sui bossoli di prova di una Beretta calibro 22 rinvenuta casualmente nel 2016 .” Pertanto non risultano evidenze che nei delitti siano state utilizzate due pistole calibro 22 “.

9)- Non sono emersi elementi utili a sostenere l’accusa neppure dalle indagini sulla presunta appartenenza dell’uomo “ai servizi segreti deviati o ad ambienti criminali di estrema destra[…] atteso che non vi sono elementi concreti che possano ricondurre i delitti oggetto del procedimento alla matrice eversiva . Ovvero che possano indurre a sostenere che i servizi segreti abbiano sottaciuto informazioni rilevanti sui delitti per spostare l’attenzione del paese da eventi di matrice eversiva, Parimenti la ricerca dell’arsenale segreto di Vigilanti di cui parla una nota del Sisde (nota che comunque non pare contenere informazioni concrete diverse e ulteriori diverse da quelle in possesso della polizia giudiziaria )  appare indagine neppure proponibile al piemme non potendosi suggerire dove svolgere questa opera di ricerca”. Insomma il Mostro di Firenze non ha colpito per costruire una colossale operazione distrazione di massa. Di certo i servizi continuano ad occuparsene.

10)- Francesco Caccamo, medico di fiducia di Giampiero Vigilanti quando questi si trovava a Prato è finito tra gli inquisiti per le sole dichiarazioni dell’ex legionario: abitava vicino al luogo dell’assassinio di Pia Rontini e Claudio Stefanacci; la moglie per “il suo strano atteggiamento” poteva averlo spinto a commettere i delitti; frequentava il bar dove Pia Rontini lavorava; aveva sentito dire che il medico aveva praticato un aborto alla ragazza ipotizzando che potesse essere il responsabile della gravidanza. Tutte affermazioni ( molte dal contenuto appreso de relato) decisamente  smentite da chi poteva averne notizia e soprattutto da Francesco Caccamo che ha sempre gridato la sua innocenza.

11)- Giampiero Vigilanti ha detto . tra l’altro,   di conoscere Pietro Pacciani, Mario Vanni, Giancarlo Lotti, di aver visitato alcuni dei luoghi dei duplici delitti, “ha affermato falsamente di aver ereditato un’ingente somma di denaro”, ma una volta iscritto nel registro degli indagati si avvalso della facoltà di non rispondere. Secondo il giudice “va evidenziato che le indagini effettuate per verificare l’attendibilità delle sue dichiarazioni inducono a ritenere che le stesse siano fortemente inattendibili. Anche l’atteggiamento tenuto durante le indagini in cui ha rilasciato interviste a giornali e tv […] porta a ritenere che le sue dichiarazioni siano insanabilmente inattendibili”.

12)- Con l’archiviazione  del caso Vigilanti-Caccamo non si fermano le indagini sui delitti del mostro di Firenze .C’è ad esempio “ un recente rinvenimento di una ulteriore pistola Beretta calibro 22 “ sul quale completare le investigazioni”. Dunque, alla prossima puntata.

3 commenti to “Il Mostro di Firenze dopo il caso dell’ex legionario”

  1. Carlo Palego ha detto:

    Il Vigilanti non la conta giusta su molti aspetti: VERO.
    Con le sue fuorvianti e contraddittorie dichiarazioni ha contribuito non poco a generare confusione e depistaggio: ha avuto buoni maestri.
    Non ci sono prove che appartenesse a servizideviati
    o a organizzazioni di destra eversiva: OVVIO : mica c’erano tesserini ufficiali di appartenenza a simili organizzazioni che pure in Italia operarono a lungo e operavano negli anni del Mostro. E prove di altro tipo è impossibile reperirle a quaranta e passa anni di distanza.
    ATTENZIONE: il collegamento tra Mostro di F. e servizi cosiddetti deviati non vuol dire mica che i duplici delitti dei fidanzati avessero un motivo politico-eversivo. . Il collegamento attiene solo alla profilazione del o dei killer.
    Se guardiamo alle azioni di MdF (estrema efficacia delle azioni omicidiarie anche in condizioni difficili, lucidità di pensiero e reazione anche ad imprevisti e situazioni di pericolo, informazioni su strategie e mosse degli inquirenti e forze dell’ordine, capacità di depistaggio delle indagini, capacità di mettere in mezzo e consegnare agli inquirenti soggetti marginali solo parzialmente o per nulla informati sulla vicenda e ancor meno sui veri responsabili senza tema che questi soggetti poi potessero fare dichiarazioni compromettenti) beh… é vero: questo tipo di tecniche erano in possesso agli elementi più che addestrati che facevano parte o erano collegati ai cosiddetti servizi deviati e che furono dietro anche alla strategia della tensione in Italia. Sono quasi delle firme, tanto sono elementi caratteristici di gente di quel tipo. Ma ciò significa solo dire che il vertice assassino e non mandante del brand MdF annoverava uno o più soggetti appartenenti / legati al mondo dei servizi deviati e della strategia della tensione nella loro vita parallela, non già in quella di mostro killer seriale di coppiette. Non è che dicessimo che il mostro era un postino allora i suoi delitti dovevano avere una finalità collegata alle Poste Italiane. Vi pare?
    Il Vigilanti fu cooptato tra il 68 e il 74 ma diciamo pure poco dopo l’Agosto 68, nel gruppo MdF. sia pure a un livello inferiore rispetto al ristretto vertice elitario fondatore del brand, principalmente per via delle sue indubbie capacità militari e di uso delle armi e le doti caratteriali (tipo taciturno e freddo) che gli derivavano da un curriculum di tutto rispetto maturato in zone belliche particolarmente cruente come il Vietnam e l’Algeria.

  2. Danilo migliore ha detto:

    Gentile dott Fiorucci sa per caso se nel 2021 usciranno nuovi libri sulla vicenda del mostro di Firenze? La prego FI tispondermi. Grazie infinite!

  3. Venti² ha detto:

    Almeno in tutta questa sconcertante pluridecennale vicenda pare siamo tanti a ritenere mdF fosse non solo una Vampa-story ma una sorta di congrega possibilmente.
    Le peculiarità del GV -non ex-legionario perché a Il Bivio disse che si rimane sempre legionari- sono molteplici…
    un ufficiale che lo indagò ha poi raccontato della foto ai tempi della legione con 2 teste umane mozzate in mano sua,al ritorno in patria collezionava ritagli di giornale sui delitti compreso Rabatta (doti di veggenza?), proiettili winchester e pistole poi gliele rubano mentre in piena notte porta il cane a passeggio ne ricompra un altra costosa e gli sottraggono anche questa, lui afferma…”Diedi una bastonata in testa a Pacciani” racconta e forse il Pietrone aveva paura di GV…per chi guarda è presente nel dipinto Sogno di Fantascienza, artefatto del Vampa…indovinate chi “ha sul copricapo” nel suddetto quadretto poco edificante…. forse lo conosceva davvero….

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