martedì, Settembre 28, 2010 Categoria: Cronache

La cocaina non conosce cassa integrazione

Una notizia che può star bene in prima pagina e una notizia che avrà una breve o poco più perché nasce in un’altra regione,rimesse insieme ci danno la dimensione dei buoni affari che organizzazioni criminali strutturate sul modello camorristico , ma anche bande più piccole a profilo domestico ,  fanno con loro grande soddisfazione economica sulla piazza di Perugia. Nello stesso giorno infatti la guardia di finanza di Perugia ha concluso un’operazione che in  un paio d’anni ha portato in carcere 41 persone per traffico internazionale di droga ,ovvero di cocaina e di eroina , e i carabinieri di Poggibonsi hanno messo le mani su una gang di otto spacciatori , tra le quali anche una donna e il figlio, che rifornivano di droga la Valdelsa  dopo averla comprata a Perugia. Insomma ecco il possibile ruolo  di una città contenitore di un business miliardario:  punto di riferimento operativo per la criminalità organizzata ( ce lo dice la notizia da prima pagina); mercato all’ingrosso per i dettaglianti di altre regioni ( ce lo conferma la notizia da breve e poco più). I quarantuno presi  dalla Guardia di Finanza  facevano riferimento ad una cosca albanese solidamente insediata in Umbria:. Il gip Massimo Ricciarelli che li ha fatti arrestare li fotografa così:<< lascia interdetti la facilita’ con cui il gruppo e’ stato di volta in volta capace di assorbire i duri colpi inflitti dalla Guardia di finanza e tessere subito dopo la trama di nuove analoghe operazioni. “E’ evidente  che si tratta di soggetti che dispongono di precisi canali di approvvigionamento e che sono poi dediti allo smercio in Italia di rilevanti quantitativi, distribuiti per aree geografiche” come Perugia, Roma, il Bresciano e Alba Adriatica. All’indomani dei plurimi arresti il vertice era subito disposto ad assicurare il proprio appoggio per le spese legali necessarie per la tutela di coloro che erano caduti nella rete, il tutto secondo logiche di clan>>.Le cose sono andate così ,secondo il racconto del Tgr dell’Umbria. <<La droga arrivava dal Belgio e dall’Albania. Cocaina e marjuana che approdava non solo nel territorio umbro ma in Abruzzo, Marche, Emilia Romagna e in Lombardia. In tutto ne sono stati sequestrati 75 chili. 22 le ordinanze della direzione distrettuale antimafia della procura di perugia, alle quali si aggiungono anche 19 corrieri. Sono in tutto 41 dunque le persone arrestate. 150 gli uomini della guardia di finanza impegnati nell’operazione. Le indagini, partite quasi 2 anni fa, hanno portato ad individuare una banda ben radicata nel capoluogo umbro ma in grado di muovere corrieri e droga per mezza europa. Fra i beni sequestrati ci sono anche 600 vetture di grossa cilindrata intestati a prestanome ed utilizzati per il trasporto delle sostanze stupefacenti in vani appositamente realizzati. Fondamentale la collaborazione con le forze polizie di vari paesi europei. Fondamentali le intercettazioni telefoniche  e ambientali, oltre che gli appostamenti e i pedinamenti. Un delicato lavoro investigativo coordinato dai sostituti Mignini, Petrazzini e Cichella. Nel dettaglio sono 27 i chili di cocaina sequestrati per un valore di 20 milioni di euro, 48 i chili di marjuana, pari a 600 mila euro sul mercato dello spaccio. La guardia di finanza ha inoltre scoperto che la banda era implicata in alcuni episodi criminali, come il rapimento in belgio del fratello di un affiliato colpevole di non aver onorato un debito per ‘l’acquisto di una partita di droga e, ad anversa, il tentato omicidio del capo dell’organizzazione>>. Potenziale criminale probabilmente ridotto per gli otto ammanettati dai carabinieri dell’arma, ma non per questo-come si è detto-  non meno significativo del ruolo di cerniera che ha Perugia per i loschi affari della droga.Il racconto dell’Ansa:<< Una rete di spaccio di droga in Valdelsa, gestita da madre e figlio, quest’ultimo tra l’altro gia’ agli arresti domiciliari. E’ quanto e’ emerso da un’inchiesta dei carabinieri di Poggibonsi che ha portato a sei misure di custodia cautelare -, meta’ in carcere meta’ ai domiciliari – e a due obblighi di dimora.  Tranne una le ordinanze sono state eseguite stamani: tra le persone finite in carcere figurano appunto una donna italiana di48 anni, residente a Poggibonsi, e il figlio ventinovenne. Agli arresti domiciliari invece un tunisino di 30 anni, immigrato irregolare, e altri due italiani residenti a Poggibonsi, un uomo di 36 anni indicato come libero professionista e un trentaduenne. La misura dell’obbligo di dimora riguarda una donna di 31 anni di Poggibonsi e un ventinovenne di Monteriggioni.    L’operazione, denominata ‘Drug Family’ e che ha portato sempre oggi a perquisizioni nei confronti di 16 persone, parte  da accertamenti avviati nel settembre 2009 sul consumo di eroina in Valdelsa ed e’ proseguita poi con intercettazioni e pedinamenti. Secondo quanto spiegato dai militari, sarebbero stati proprio madre e figlio a gestire una rete di spacciatori in particolare di eroina. Sempre secondo gli inquirenti, gli spacciatori si sarebbero riforniti di eroina a Perugia rivendendola in Valdelsa quadruplicando il profitto, ma si approvvigionavano anche di metadone da tossicodipendenti in cura al Sert. Complessivamente nel corso dell’operazione sono stati sequestrati 15 flaconi di metadone, 12 grammi di hashish, 24 di marijuana, una confezione di ketamina, quattro fiale di Naloxone e due bilance di precisione>>. In fondo questa cronaca minore di madre e figlio spacciatori di professione  è speculare a quell’altra maggiore  della banda albanese:c’è un business che tira da queste parti.

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