giovedì, Gennaio 19, 2012 Categoria: Cronache

piccole storie nere:la sporca ebrea di Assisi

La colpa grave della scrittrice Myriam Theilmann, 44 anni, norvegese da tempo cittadina di Assisi è quella di essere ebrea. Il 15 agosto 1994 tre ventenni decidono di punirla per questa colpa. Sporca ebrea vattene: questa è la lezione numero uno. Lezione che la donna racconta agli inquirenti più volte per  ricomporre  un quadro e fabbricare tre identikit. Il commando la immobilizza in un vicolo , via Portica, centro storico. Uno le blocca le braccia e le strappa dal collo una collana con la stella di davide che non ruba, ma calpesta. Un altro le sfregia una guancia con due colpi di lametta. Il terzo fa da palo e se la ride.L’’indagine- sul più grave episodio razzista avvenuto nella regione di Aldo Capitini e nella città del dialogo tra le religioni- è in salita.  C’è il movente dell’antisemitismo ma non c’è un clima.un ambiente,un gruppo. Solo un precedente incerto ,tre che la seguono e poi uno schiaffo. Era successo un anno prima. Nasce e muore-in poche ore- una pista che porta a Foligno. Buio per una brutale aggressione che il legale della vittima definisce  atto premeditato e vigliacco e che l’opinione pubblica condanna con espressioni  di solidarietà e manifestazioni di protesta. Gli inquirenti con il passare dei giorni smorzano i toni:potrebbe essere delinquenza comune, senza connotati razzisti o politici. Le indagini proseguono , ma non ci sono colpi di scena. C’è invece una replica il 2 gennaio 1995.Nuova aggressione .Bussano per consegnare un telegramma . Un telegramma che arriva dall’inferno, dice  un giovane che colpisce con calci e pugni la  quarantenne norvegese. E’ lo stesso dello sfregio di agosto dice Myriam Theilman.Passano anni,le indagini non chiarisco la natura e la portata di questi espisodi che restano sostanzialmente un mistero. Cinque anni più tardi Myriam torna in prima pagina. La norvegese muore l’11 ottobre 2000. Si è uccisa . con i barbiturici .La sorella che viveva con lei l’ha trovata morta in camera da letto. Non regge al dolore,  tenta il suicidio poche ore dopo. Si salva. perché una vicina arriva in tempo.

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