mercoledì, Marzo 7, 2012 Categoria: Senza categoria

Aria di cielo incupito dopo l’omicidio di Ramazzano

Le fonti ufficiali ci hanno consegnato una ricostruzione approssimativa dei fatti e poi hanno fatto l’opzione del silenzio, almeno formalmente . E questa ricostruzione non collima sempre e del tutto con i ricordi dei sopravvissuti. Sostanzialmente sappiamo ben poco  intorno al procedere investigativo di carabinieri (Ris e Ros compresi) e della Polizia (Scientifica e Digos comprese).  Il sapere ben poco , se c’è un altro da conoscere, priva di notizie  un’opinione pubblica allarmata. E questo,in generale, non è un bene. Il rendere noto quello che è possibile rendere noto senza pregiudizio per le investigazioni dovrebbe essere  prassi:un cittadino informato  è un cittadino più accorto e coinvolto. Non guasta neppure  per apporti eventuali alle indagini. Ci vorrebbe un mattinale per gli aggiornamenti corretti sui grandi eventi ,ma non è questa l’aria che tira. Aria di cielo incupito se il  Governo decide di inviare a Perugia due sottosegretari e un vicecapo della polizia. Serve evidentemente rassicurare e,forse, spronare. Non possiamo dirlo perché mancano i punti di riferimenti tenuti si diceva, sotto stretto riserbo. Comunque i giornalisti fanno il loro mestiere e il minimo indispensabile per evitare il black-out c’è. Dunque sarebbero  cittadini dell’est : perché li hanno sentiti parlare, perché ci sono dei precedenti; perché hanno dimostrato una ferocia che più che belluina è bellica. Dunque  non sarebbero al debutto: il terribile blitz di Ramazzano ha, nei racconti di chi li ha subiti, molti punti di similitudine con gli attacchi in altre abitazioni della zona, in particolare con quello datato da un mese in cui una cinquantenne ha subito una barbara violenza sessuale. Dunque gli inquirenti  avrebbero se non un identikit vero e proprio (era sempre incappucciati) almeno un identikit comportamentale e caratteriale: conoscono le stature , sanno che c’è uno che fa  il buono e un altro che fa il cattivo,  sanno  che cercano casseforti dove casseforti ce n’è, sanno che sparare  o picchiare per uccidere per loro vale quanto il godimento di un bottino in genere mai ricco.Dunque potrebbero essere un’unica banda a geometria variabile: c’è un capo e ci sono gregari che cambiano di volta in volta (l’evaso occhi di ghiaccio, che è albanese, senza prove, resta sullo sfondo) e per gregari si intendono anche i basisti. Dunque potrebbero essere gruppi diversi , cani sciolti che si aggregano per un’accumulazione criminale primaria, accumunati soltanto dalla nazionalità e dalla ferocia. Dunque potrebbe esserci una lista di sospettati: una lista che c’è sempre stata perché si tratterebbe di persone delle quali si conosce la presenza anche saltuaria in Umbria e sulle quali si sollevano interrogativi sui  mezzi di sostentamento,sulla l posizione lavorativa,sui precedenti che hanno accumulato nella loro patria,in Italia o in qualche altra parte d’Europa. Dunque potrebbero essere degli assassini che non hanno bisogno di fuggire:il loro schermo potrebbe essere un regolare permesso di soggiorno per turismo o per lavoro: giardiniere, contadino,muratore; oppure dietro a questo schermo hanno gli aiuti che contano, quello dei basisti e dei fiancheggiatori. Dunque gli investigatori avrebbero un bacino dove pescare. Dunque agli investigatori servirebbero  prove da far combaciare con nomi e cognomi.Le prove le cercherebbero: tra gli informatori (pochi a dire il vero quelli dei paesi dell’est) ; nei racconti dei testimoni, nei colpi di pistola esplosi, nelle tracce biologiche (non le impronte digitali perché indossavano guanti) lasciate almeno nei posti degli ultimi tre colpi; nelle conversazioni telefoniche che potrebbero essere ascoltate; nelle telecamere di edifici e di autogrill.Dunque comparazione e  deduzione. Dunque ci sono piste privilegiate che  ad essere percorse ci vuole tempo,accortezza e pazienza. Chissà se porteranno al centro del gorgo violento che ha ucciso un impiegato di banca in un palazzone in mezzo a campi  di grano che parlano di un tempo che non c’è più.

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