venerdì, Febbraio 22, 2013 Categoria: Cronache

la crisi economica e le nuove start up criminali

La crisi economica riporta nella pratica quotidiana una serie di reati vintage e produce una trasformazione di genere nell’esercizio dell’attività di spacciatore. Il pusher incassa meno perché i clienti hanno meno soldi. Costretto dall’andamento del suo mercato a integrare il mancato guadagno affianca allo spaccio altre attività delinquenziali : scippi, furti, rapine. Diversifica,nuove start up criminali, si direbbe in economia.

E’ la cronaca a dircelo. Almeno in Umbria. E il  fenomeno  caratterizzato da questi due aspetti è destinato a manifestarsi ancora con maggiore evidenza perché la crisi non è finita. Anzi. Ecco dunque perché c’è un aumento vertiginoso delle spaccate. Spaccate tutt’ altro che selettive: va bene il tabaccaio, quanto il generi alimentari;  l’edicola dei giornali come il fotografo e il profumiere. Non c’è selezione perché il ladro sfascia vetrine si accontenta di poco : qualcosa anche di piccolo che può essere rivenduto o riciclato subito. Qualcosa che consenta di mettere in tasca anche pochi spiccioli. Anche pochi, ma da stendere. E’ il furto ai tempi dello spread, e il rubare per sopravvivenza più per arricchimento. Una tendenza analoga si registra , per dirne un’altra , nel variegato e più violento campo degli scippi. Pensate si torna ad assaltare le persone anche per una collanina d’oro: anche senza crocifisso che vale meno. Ma è oro, si smercia  pochi minuti dopo. Si tira su qualche euro e il rischio è minimo. Gli attacchi alla persona prendono di mira sempre più frequentemente anche giacche, cappotti e giacconi. Scarpe in qualche caso più raro. Sono tornati i furti di generi alimentari: le catene della grande distribuzione lamentano una crescita esponenziale degli episodi: cibi precotti, confezioni di salumi e formaggi, pagnotte, surgelati vari. Diminuiscono le sparizioni delle confezioni di profumi: chissenefrega di profumi e trucchi che a rivenderli ci vogliono giorni di ricerche tra sempre più rari clienti interessati all’oggetto.

E anche le rapine sono diventate rapine diffuse, rapine da disperati del sopravvivere ai tempi della grande crisi. I piccoli criminali vanno per gioiellerie, uffici postali e piccole banche anche quando sanno che il grosso del contante in cassa non c’è perché ormai non ce lo tiene più’ nessuno. O se ce lo tiene è per poco tempo e quelle mezz’ore sono ultra vigilate. Rischio alto rispetto all’obbiettivo  pur modesto che si spera di raggiungere . Ci possono essere eccezioni. E purtroppo ce ne sono : assalti paramilitari ad abitazioni, furgoni portavalori, depositi di preziosi ecc. Sono eccezioni spesso mortali, ma la taglia della criminalità che ne è protagonista è diversa. La crisi, dicevamo, produce nuove start-up anche per i pusher.  Come e perchè lo hanno recentemente raccontato a Perugia gli agenti della Squadra Mobile guidati da Marco Chiacchiera analizzando una rapina subita da una donna non più giovane. La signora è stata aggredita nell’androne della sua abitazione. L’aggressore è stato ripreso da tre telecamere di sicurezza. Dall’alto, di fronte, di profilo. Non c’è stato problema di riconoscimento quando i poliziotti della sezione criminalità diffusa  lo hanno catturato. In questura il ragazzo magrebino ha subito confessato. Del resto ci sono le  immagini di un mezzo telefilm che lo inguaiano senza via di uscita. E’ un pusher, gli investigatori lo conoscono.E’ un segnale preoccupante -dice Marco Chiacchiera- un segnale che  supera la microcriminalità  come contesto di appartenenza. E’ un segnale preoccupante e non l’unico di un fenomeno nuovo legato alla crisi economica. Molti spacciatori per far tornare i conti che non tornano più perché i clienti diminuiscono e comunque hanno meno soldi da spendere, diversificare le loro attività. Cercano nuove start up per compensare le perdite e comunque sbarcare il lunario. E diventano più pericolosi, più aggressivi perché le strade che percorrono sono quelle dei furti e delle rapine. Un salto di qualità. In peggio. Puntano portafogli, catenine, monili d’oro, facilmente rivendibili ai compro oro che fioriscono ad ogni angolo città. E le vittime sono le più vulnerabili e indifese: anziani, soprattutto.

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