“Il sangue delle donne” femminicidi e delitti affini avvenuti per caso in Umbria
“Il sangue delle donne” è un documento forte e agghiacciante, che racconta, con uno stile asciutto e preciso, oltre trent’anni di femminicidi avvenuti in Umbria”.
di ALLAN FONTEVECCHIA
Donne che muoiono di coltello, di spranghe, di martelli, di cacciavite, di calci, di pugni. Strozzate con le mani o con cinte, corde, sciarpe fazzoletti, asciugamani. Bruciate, se serve per completare l’opera. Le cronache, a leggerle bene, difficilmente sono bugiarde, almeno in superficie. Chi spara, accoltella, picchia, massacra, strangola, spacca, frantuma, brucia, quasi mai è uno che impazzisce all’improvviso. Raptus, impeto, omicidio a caldo: termini buoni per arrivare agevolmente a una ragione o per lucrare attenuanti ai processi. Chi legge queste cronache potrà scoprire che, viceversa, l’omicida, nella maggior parte dei casi, è determinato e ci mette tutte le forze che ha. Agisce per il raggiungimento di un risultato che, come un demone, si è insinuato molto tempo prima da qualche parte della sua mente e lo tormenta. Lo stimola, lo chiama e lo spinge all’azione. Per risolvere un problema, che è il suo problema. Per dare sfogo a un acufene che lo tormenta, per fermare la paura di una sconfitta che non deve esserci, per provare a se stesso che costume e tradizione gli hanno insegnato il giusto: uccidere è il modo per ristabilire un equilibrio. Una donna cadavere non potrà appartenere a qualcuno. Ecco quello che conta: il possesso, per chiudere la partita della gelosia e ristabilire il diritto alla proprietà esclusiva. E’ la quarta di copertina del nuovo libro inchiesta di Alvaro Fiorucci che esamina una cinquantina di casi di donne uccise negli ultimi trenta anni in Umbria. Sono cronache dall’Umbria che però narrano fatti di violenze e di sangue fino alla morte che potrebbero essere accaduti in ogni posto del mondo. L’autore racconta delitti di genere che, si potrebbe dire, hanno in gran parte caratteristiche universale. Sono racconti brevi arricchiti con documenti processuali mai pubblicati integralmente. E’ una proposta di lettura dati toni forti. Sono i toni a volte necessari perché nessuno si volti dall’altra parte e si partecipi concretamente alla costruzione di un’alternativa che cancelli il fenomeno della violenza dell’uomo sulla donna. Utopia? Forse. Intanto parliamo della realtà guardandola senza veli. Come fa “Il sangue delle donne”.