sabato, Giugno 25, 2016 Categoria: Senza categoria

Meredith Kercher: le prime 36 ore di libertà di Rudi Guede

fiorucci_copertina_Meredith_frontaleIl  ventenne ivoriano entra nella cornice del delitto di via della Pergola   quando   Patrik Lumumba , Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono in carcere  da un paio  settimane.  Diventa il terzo uomo dell’omicidio di Meredith Kercher  il 20 novembre 2007  con la fine della fuga e l’arresto a Magonza dopo una notte trascorsa su Skype con un amico di Perugia.   Ero in quell’abitazione, non ho ucciso Meredith, non so chi è l’assassino:  è la sintesi di quello che racconta ai giudici di Coblenza che lo consegnano alle autorità Italiane il 7 dicembre 2007.  Ed è la sintesi di quello che racconterà ad ogni svolta del la complicata vicenda  giudiziaria   che attraversa con gli altri protagonisti.  Patrik del tutto estraneo, torna  in libertà il 20 novembre, Amanda e Raffaele , restano in carcere fino alla prima assoluzione, del  4 ottobre 2011. L’udienza preliminare  del 28 ottobre 2008  separa le scelte processuali di Amanda Knox e di Raffaele  Sollecito da quelle di Rudi Guede.  I primi due scelgono il rito ordinario e vengono assolti definitivamente il 28 marzo 2015.  L’ivoriano sceglie il rito abbreviato, 30 anni in primo grado, 16 anni definitivi dal 16 dicembre 2010. Concorso nell’omicidio di Meredith Kercher con persone rimaste sconosciute. Al momento nei tanti capitoli  che hanno fatto l’anatomia giudiziaria   dell’omicidio  di Meredith Kercher  il giovane ivoriano  non ha cambiato versione su quella terribile notte: era al bagno, ho sentito un grido, ho trovato Meredith agonizzante, non so chi è stato ad uccidere.  Molti, dai pubblici ministeri alle parte civili, da una grossa fetta dell’opinione pubblica ai genitori di Meredith, presumono che il suo racconto avrebbe potuto avere un seguito. Alcune fonti hanno adombrato la possibilità di una revisione del processo a carico del giovane iIvariano. Difficile che possano aprirsi spazi in questo senso. E comunque non sarebbe un processo  con gli stessi imputati degli stessi reati. Rudi Guede – al di la dell’anatomia giudiziaria del passato e di un improbabile futuro- sta chiudendo i conti  con la giustizia da detenuto modello.  Al permesso di oggi- per buona condatta o per altre ragioni previste dalla lege– ne seguiranno altri.  Così l’Ansa ha raccontato i primi minuti di libertà (ANSA) – VITERBO, 25 GIU – Si affaccia dalla finestra della Casa Accoglienza del Gavac, a Viterbo, guarda il cielo esorride. R udi Guede, condannato a 16 anni per l’omicidio di Meredith Kercher, trascorrera’ il permesso premio di 36 ore nella struttura del gruppo assistenti volontari animatori carcerari (Gavac), dove potra’ accogliere familiari e amici inseriti in una lista passata al vaglio dai magistrati. Non potra’ uscire ne’ avere rapporti o dialoghi con persone esterne non autorizzate e dovra’ rientrare nella casa circondariale Mammagialla della cittadina laziale entro le 21.00 di domani.    “Aveva paura di attraversare la strada, ha visto unosmartphone e si e’ chiesto cosa fosse. Guardando un televisore a schermo piatto all’interno della casa ha chiesto: ‘Che cos’e’,  un quadro?'”, ha detto Claudio Mariani, criminologo, vice presidente del Gavac e coordinatore del gruppo di lavoro creato dal Centro per gli studi criminologici a sostegno dell’innocenza di Guede. “Dopo aver trascorso nove anni in una cella di duemetri per tre – ha proseguito – le paure vengono prima diaccorgersi del sole”. “E’ sereno, – ha detto il suo portavoce Daniele Camilli – ha chiesto una scacchiera, big bubble,  due panini, una birra e un melograno, che pero’ non siamo riusciti atrovare perche’ fuori stagione”. Mariani sottolinea poi che, tra le “semplici richieste” del giovane c’e’ anche quella di un profumo.   Guede e’ arrivato alla casa accoglienza dopo essere uscito dal carcere e aver raggiunto la caserma dei carabinieri in via della Pace per adempimenti formali. “Siamo soddisfatti da un punto di vista tecnico e personale del ragazzo – ha commentato il suo legale, Fabrizio Ballarini – perche’, dopo tutti gli sforzi che in questi anni, all’interno della struttura carceraria, l’equipe che lo seguiva ha svolto insieme a lui, abbiamo ottenuto il riconoscimento da parte del Tribunale di sorveglianza di Roma, quindi e’ un momento importante di riconoscimento. Lui e’ sereno, e’ emozionato perche’ e’ un passo importante”.  “Finalmente beneficia del permesso premio che era previsto un mese fa”, ha aggiunto il portavoce di Rudy Guede. L’uscita dal carcere prevista a maggio scorso, infatti, era slittata perche’nella struttura di accoglienza non c’e’ una cucina. Successivamente il Tribunale di sorveglianza di Roma ha stabilito che i volontari potranno portare dei pasti a Guede.   E’ atteso per domani, assicura il portavoce di Guede,  l’arrivo della signora Tiberi, la maestra “che ha cresciuto Rudy”, che giungera’ a Viterbo insieme con il marito. “Non e’ prevista la visita dei genitori naturali – aggiunge Camilli – del resto, Rudy non vede la mamma dal ’98”.   Guede e’ stato processato con il rito abbreviato ed e’ l’unico condannato in via definitiva per l’omicidio di Meredith Kercher, uccisa a Perugia il primo novembre 2007. Finira’ di scontare la pena nel 2024. Sono invece stati assolti in Cassazione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito.

(ANSA).

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