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- Danilo su TUTTE LE INSIDIE DEL WEB, LE MAFIE ALL’ATTACCO DEI DATI
- antonio pavani su 1982: Storia di un sequestro e della voce del telefonista.
- alvaro fiorucci su Sisde, mezze verità sull’omicidio Pecorelli?
Presidio del territorio,presidio del web contro la jihad
Che fare? Questa è una guerra che non si vince con le armi che si usano nelle guerre che conosciamo per un ricordo recente o perché le stanno combattendo adesso e le abbiamo ogni giorno davanti agli occhi. E non perché le armi di chi attacca siano non convenzionali e siano molto più semplicemente e tragicamente un fai da te altamente nocivo. Ma perché gli attacchi non vengono portati secondo tecniche militari apprese nelle accademi o nei campi di addestramento . Superato un breve e non sempre necessario tirocinio ,mitragliatori,razzi, bombe , si spostano in un non luogo dove questo esercito di nuova generazione non ha eretto fortificazioni ma ha dislocato le sue potenti armi nformatiche.
“Shaken”: cronaca di un delitto brutale e di un fenomeno sommerso
“Shaken baby syndrome” è la sindrome del bambino scosso. E’ la causa della morte di Maria Geusa , 2 anni e 7 mesi, prima abusata e poi uccisa a Città di Castello il 5 aprile 2004. “Shaken – la bambina che attraversò il portone del pianto” , il nuovo libro di Alvaro Fiorucci ( Morlacchi Editore ) è la ricostruzione dei principali snodi attraverso i quali la giustizia ha affrontato un terribile fatto che nel linguaggio asettico della cronaca è stato nello stesso tempo facile e complesso. Facile perché l’esecutore è stato preso dopo poche ore . Difficile invece per la ricostruzione delle diverse fasi del delitto e per stabilire il ruolo della madre della piccola vittima. E’ un caso nel quale l’indagine scientifica- in particolare per identificare i reati commessi- ha avuto un a parte determinante anche se poi nei vari gradi di giudizio è stato il giudice, come lo era stato il pm per formulare le accuse, ad essere il perito dei periti, il “peritus peritorum”. Leggi tutto…
“Shaken”: in un libro il calvario di Maria Geusa
<<…..I bisogni che l’adulto può trovarsi a sfogare sul minore sono i più disparati, fra i più frequenti che l’esperienza giudiziaria insegna, vi sono il bisogno di esternare la collera o comunque la sofferenza interiore dell’adulto, per i fatti negativi della sua vita o per una sua sofferenza esistenziale irrisolta, e l’istinto sessuale.Così accade, purtroppo, seppure in casi sporadici, ma che comunque colpiscono negativamente l’attenzione dell’opinione pubblica, suscitando sdegno e riprovazione, che l’adulto inveisca, umili e picchi il minore o che lo usi, quale oggetto delle proprie attenzioni sessuali.Tale è stato il triste destino della piccola Maria Geusa, di cui tratta questo libro, una bimba di 2 anni e 7 mesi di vita, dapprima abusata sessualmente e poi uccisa dal compagno della madre. Il caso ha destato particolare commozione tra la gente per la tenerissima età della bimba ed altrettanto particolare riprovazione sociale per il coinvolgimento della madre nella vicenda Leggi tutto…
Storie di “Lupi” e delle loro fughe diverse
Le analisi che tendono a sovrapporre la vicenda criminale di Igor Vaclavic, sembra questa l’identità al dunque accertata, a quella di Luciano Liboni rischiano di produrre un falso storiografico. Non c’è infatti nelle storie personali dei due banditi un elemento che li accumuni più di quanto siano genericamente paragonabili tutti coloro che delinquono e uccidono. I due sono diventati assassini per strade completamente diverse, stando a quello che è noto del ricercato di oggi . E’ nella fuga che sembrano-ma soltanto per brevi tratti- percorrere/ripercorrere strade che attraversano situazioni paragonabili. Per esempio è comune la dote fisica della capacità di nascondersi negli ambienti più ostili e di sopravvivere nelle condizioni più estreme. Per questa capacità Luciano Liboni è stato “il lupo” e il serbo Igor Vaclavic è diventato “Il lupo”. Leggi tutto…
“Il sangue delle donne ” diventa teatro con “Per sempre mia”
ALLAN FONTEVECCHIA-E’ ispirato al libro “il sangue delle donne” di Alvaro Fiorucci, lo spettacolo “ Per sempre mia”con cui debutterà il 25 marzo prossimo il Gruppo Teatrale La Fratente di Mugnano PG. Il testo nasce da un’idea della Regista Valentina Chiatti, la quale leggendo il libro scritto dal Caporedattore del TGR Umbria, ha immaginato – e quindi trascritto – scene da realizzare su un palcoscenico, nel tentativo di sensibilizzare lo spettatore su una tematica che sta diventando una piaga sociale nel nostro Paese: la violenza sulle donne. Lo scopo dello spettacolo non sarà soltanto quello di sensibilizzare il pubblico sul tema, ma sarà anche quello di raccogliere fondi da donare alle case famiglia o associazioni che si occupano di donne in fuga, di donne e bambini che scappano dalla violenza domestica e di tutte quelle donne che trovano la forza e il coraggio di farsi aiutare. Leggi tutto…
Spacciatori in stand by mentre le mafie provavano a correre: aperto l’anno giudiziario.
Le mafie cercano ( e spesso li trovano) spazi nel tessuto economico con i capitali sporchi da investire riciclandoli ; il mercato della droga forse arretra o si sta ristrutturando . Più o meno a fuoco , è questa la fotografia dei principali fenomeni criminali che interessano l’Umbria, stando alle affermazioni fatte dalle più alte cariche della giurisdizione all’inaugurazione dell’anno giudiziario umbro. La macchina gira con molti affanni dovuti ad acciacchi vecchi e nuovi: strutture, spazi , uomini e mezzi. E questo dato è omogeneo alle criticità prossime al collasso lamentate in tutti i distretti italiani. La risposta alla domanda di giustizia è ancora lenta. Un altro dato omogeneo anche nella sua cronicità. C’è però qualche spiraglio che potrebbe non far vedere tutto nera al cittadino che aspetta per anni una sentenza o semplicemente una prima pronuncia di giustizia. Anche a guardarla dal profilo della corrente burocrazia, ecco gli ingolfamenti. Però il qualche flebile voce positiva da mettere nel bilancio c’è. Merito di chi manda avanti il lavoro nonostante tutto. Il presidente della Corte Mario Vincenzo D’Aprile ha detto che nel settore civile la pendenza complessiva si è ridotta da 10.691 fascicoli a 8.923 e nel settore penale, dove la pendenza è continuata a diminuire, passando da 3.832 a 3.553 procedimenti. Che sia un segnale? Difficile piegare questi dati ad una prospettiva di cambiamento restando immutate le condizioni normative e strutturali di base. Ma questo è un altro discorso. Un discorso che deve fare la politica. E i tempi della politica, come quelli della giustizia, sono i tempi che sono. C’è da aspettare. Leggi tutto…
Omicidio di Via della Pergola: passaggio in Cassazione per l’ eventuale revisione del processo a Rudi Guede
E’ finita? No. Ci sarà almeno un altro momento in cui innocentisti e colpevolisti torneranno a scambiarsi opinioni in conflitto. Non su una singola posizione-cosa che adesso spetta per ruolo ai giudici- ma su tutta la vicenda – cosa della quale si appropria, per costume, la cosiddetta opinione pubblica. La più complicata, altalenante, pur massmediologicamente rilevante vicenda giudiziaria degli ultimi anni sicuramente avrà un seguito anche dopo il no della Corte d’Appello di Firenze alla richiesta di revisione del processo che ha definitivamente condannato a sedici anni di carcere Rudi Guede accusato di aver ucciso la studentessa inglese Meredith Kercher in concorso con altri, forse due persone, rimasti sconosciute. Amanda Knox e Raffaele Sollecito giudicati con un altro procedimento per la stessa ipotesi di reato sono stati assolti da ogni accusa con decisione ultima della Suprema Corte di Cassazione. E l’ulteriore passaggio giudiziario per il giovane di origini ivoriane sarà, appunto, la Cassazione alla quale ricorrerà la difesa del condannato probabilmente rimodulando gli argomenti recentemente respinti dall’ appello fiorentino. Dunque c’è ancora qualche mese per esercitarsi sulle previsioni: ultima tappa o ripartenza ? Tommaso Pietrocarlo, legale di Rudi Guede , ha insistito con l’Ansa: c’è un “conflitto tra giudicati che deve essere chiarito”. Quel conflitto di giudicati che la Corte d’Appello di Firenze non ha ritenuto sussistere. Che cos’è il conflitto di giudicati che finirà davanti alla Corte di Cassazione alla quale spetta dire anche in questo caso l’ultima parola? Leggi tutto…
Girasole: breve storia di un processo infinito
La più grande inchiesta sul traffico degli esseri umani destinati ai mercati della prostituzione e della droga, arrivata nelle aule di giustizia ha prodotto una v icenda giudiziaria che un domani potrà essere archiviato come la singolare storia di un processo infinito. I primi 100 arresti risalgono al 2001; un altro centinaio di persone- italiani ed albanesi- fu preso un anno dopo. Esclusi alcuni elementi della piccola criminalità locale molti dei soggetti finiti in carcere avevano contatti con la camorra e con la ‘ndrangheta . Il core business di questa associazione a delinquere transnazionale era l’importazione clandestina di giovani donne dai paesi di quello che era stato il blocco comunista . A volte reclutate con la scusa di un lavoro pulito venivano l avviate alla prostituzione soprattutto nei night dell’Italia centrale . Negli stessi locali dove veniva spacciata la droga fornita dagli albanesi ,cocaina in grandi quantità. Le ragazze erano tenute in stato di schiavitù: private della libertà con il sequestro dei documenti e costrette ad incassare il più possibile per ripagarsi in tempi brevi le spese di viaggio e la permanenza nei luoghi del loro sfruttamento L’udienza preliminare – con le due tornate investigative delle operazioni Girasole 1 e Girasole 2 portate a termine dal Ros dei Carabinieri con il coordinamento del magistrato Antonella Duchini riunificate processualmente-è cominciata 10 anni dopo e dovrebbe concludersi, dopo cinque anni il 25 gennaio 2017. Il giudice deve decidere i rinvii a giudizio o i proscioglimenti. Leggi tutto…
I soldi della ‘ndrangheta e il nucleo Ugeco
C’è una fase due delle indagini sui soggetti condannati per reati attinenti gli affari delle mafie che deve essere intensificata perché il colpo alla criminalità organizzata di cui questo secondo momento investigativo è conseguenza sia ancora più duro. Sono le indagini sui patrimoni che tali condannati hanno accumulato, nascosto, camuffato con l’aiuto dei prestanome. Seguendo questa via- lo ha reso noto recentemente il procuratore generale di Perugia Fausto Cardella- che la Guardia di Finanza ha potuto sequestrare per poi confiscarli e restituirli alla comunità beni per oltre un milione di euro riconducibili a un pregiudicato residente ad Ancona e condannato nel 2011 per essere uno dei capi delle cosche della ‘ndrangheta reggina che controllano il traffico della cocaina sul versante ionico della Calabria.Il boss dal carcere aveva continuato a gestire gli affari di famiglia: trasferimento di capitali in Bulgaria, investimenti di varia natura, attività di compravendita di immobili. Beni che ora sonio stati rintracciati e sequestrati. Determinante- ha detto tra l’altro Fausto Cardella- il ruolo del pool interforze UGECO creato e diretto dallo stesso Cardella: una struttura di coordinamento concentrata sui patrimoni della criminalità organizzata. E’ un nuovo strumento di contrasto alle infiltrazioni di tipo mafioso sulle quali ora ha il predominio la ‘ndrangheta.Alto il rischio dell’inquinamento dell’economia. Come risulta da un recente dossier parlamentare. Leggi tutto…