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“Un territorio da tenere sotto controllo “: Franco Roberti firma il protocollo per un nuovo coordinamento contro il terrorismo internazionale.
Il procuratore nazionale antiterrorismo Franco Roberti afferma che l’Umbria è un territorio da tenere sotto controllo . Un territorio dove ci sono persone da tenere sotto controllo. Soprattutto per i cosiddetti reati spia che non sono immediatamente riconducibili al terrorismo islamista ma che attraverso determinati percorsi clandestini possono finire con l’alimentare lo stragismo dell’Isis. E combattere i reati spia di nuove forme di terrorismo- come ha affermato il procuratore generale di Perugia Fausto Cardella- richiede un cambio di passo e di prospettiva per la magistratura e per le forze di polizia. Una questione delicata – al confine tra prevenzione e repressione-della quale si fa carico il protocollo promosso dalla stesso procuratore generale e firmato questa mattina anche dal procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo. I reati spia individuati vanno dagli omicidi e dagli atti di violenza e minaccia ai danni di esponenti politici ed istituzionali, al traffico di droga, al porto e alla detenzione di armi ed esplosivi, ed ancora la ricettazione di documenti, il riciclaggio e reimpiego di capitali, l’incitamento alla discriminazione razziale. Leggi tutto…
Dopo la Cassazione,alla ricerca di un nuovo processo: Rudi Guede e le prove che servono per cassare la Cassazione.
Per semplificare e farci un’idea della situazione dal punto di vista procedurale: se ci sarà non sarà un nuovo processo a Rudi Guede. Sarà un processo al processo che in secondo grado lo ha condannato a sedici anni di carcere per concorso nell’omicidio di Meredith Kercher avvenuto a Perugia nel novembre del 2007. Condanna definitiva dopo la confermata dalla Suprema Corte di Cassazione. E perché questo processo al processo abbia luogo il condannato deve produrre fatti e prove che i giudici ( nello specifico i giudici della Corte d’Assise d’Appello per competenza territoriale ) valutino suscettibili di un ribaltamento della sentenza di colpevolezza e di provare la sua innocenza rispetto al reato che ha portato al verdetto di condanna (emesso dalla Corte d’Assise d’Appello di Perugia) . Tutto questo –anche in caso di ammissibilità del ricorso- non interferisce/non interferirà con il processo che ha portato all ’assoluzione definitiva dei coimputati Amanda Knox e Raffaele Sollecito . In caso di ricorso accolto e di esito favorevole per l ‘unico condannato per il delitto di via della Pergola , si potranno fare al massimo delle congetture tra l’una e l’altra vicenda giudiziaria. La riapertura del caso, con il processo al processo potrà eventualmente riguardare soltanto l’ipotetica innocenza del giovane ivoriano dimostrata con inediti e certi elementi di prova per ribaltare il giudizio che ha il timbro definitivo della Cassazione: perché la condanna si trasformi in assoluzione ( perché l’azione penale non poteva essere promossa, perché il fatto non sussiste, perché il fatto non è stato commesso dall’imputato, perché il reato è estinto). A questo punto non ci sono vie di mezzo. Il ricorso è ammissibile soltanto a queste condizioni. Lo prevedono gli articoli 629, 630 e 631 del codice di procedura penale. Leggi tutto…
Meredith Kercher: le prime 36 ore di libertà di Rudi Guede
Il ventenne ivoriano entra nella cornice del delitto di via della Pergola quando Patrik Lumumba , Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono in carcere da un paio settimane. Diventa il terzo uomo dell’omicidio di Meredith Kercher il 20 novembre 2007 con la fine della fuga e l’arresto a Magonza dopo una notte trascorsa su Skype con un amico di Perugia. Ero in quell’abitazione, non ho ucciso Meredith, non so chi è l’assassino: è la sintesi di quello che racconta ai giudici di Coblenza che lo consegnano alle autorità Italiane il 7 dicembre 2007. Ed è la sintesi di quello che racconterà ad ogni svolta del la complicata vicenda giudiziaria che attraversa con gli altri protagonisti. Patrik del tutto estraneo, torna in libertà il 20 novembre, Amanda e Raffaele , restano in carcere fino alla prima assoluzione, del 4 ottobre 2011. L’udienza preliminare del 28 ottobre 2008 separa le scelte processuali di Amanda Knox e di Raffaele Sollecito da quelle di Rudi Guede. I primi due scelgono il rito ordinario e vengono assolti definitivamente il 28 marzo 2015. L’ivoriano sceglie il rito abbreviato, 30 anni in primo grado, 16 anni definitivi dal 16 dicembre 2010. Concorso nell’omicidio di Meredith Kercher con persone rimaste sconosciute. Al momento nei tanti capitoli che hanno fatto l’anatomia giudiziaria dell’omicidio di Meredith Kercher il giovane ivoriano non ha cambiato versione su quella terribile notte: era al bagno, ho sentito un grido, ho trovato Meredith agonizzante, non so chi è stato ad uccidere. Leggi tutto…
Droga:la tragica normalità delle morti per overdose
Non ci può essere il ritorno di qualcosa che mai è andata via. Non può chiamarsi emergenza una situazione uguale a se stessa per picchi di gravità da almeno un ventennio. La durata nel tempo fa assumere al fenomeno considerato emergenza una condizione di permanente, difficile e complessa normalità. Tre morti per probabile overdose in poche ore comportano certo lutto,dolore , esecrazione, ma non necessariamente allarme per qualcosa di nuovo che va a peggiorare una situazione già segnata da una tragica consuetudine . Le morti per overdose sono un incidente, non sono il fenomeno. Anche per coloro che controllano il business . Non le cercano queste morti. Se ne fregano, ovviamente. Ma le morti fanno rumore, riaccendono i riflettori, risvegliano le polemiche. Portano complicazioni, intoppi, fastidi. Non la paralisi delle attività’ criminali pero’ ,a leggere documenti processuali o a farsi raccontare indagini di un certo spessore. Leggi tutto…
A “LETTURE TIFERNATI” IL CASO DI MEREDITH KERCHER, CON IL LIBRO DI ALVARO E LUCA FIORUCCI
“Questo non è il romanzo di un omicidio, né un’inchiesta parallela volta a portare nuova luce sui fatti e sulla loro concatenazione. “Reperto 36” è il racconto di un efferato delitto, quello della giovane studentessa inglese Meredith Kercher, avvenuto a Perugia nella notte tra il 1° e il 2 novembre 2007, ricostruito attraverso le parole delle carte processuali e delle diverse, opposte, letture dei giudici che si sono alternati nei vari gradi di giudizio. Il travagliato iter giudiziario del “caso Meredith” – che per ben otto anni ha tenuto sospesa l’attesa di una platea mondiale virtualmente rinchiusa nelle aule di giustizia, nelle quali si è formata la verità processuale – proprio per il modo diretto e approfondito con cui gli autori scelgono di affrontarlo, offre al lettore la possibilità di aprire una riflessione sul tema della giustizia in Italia, della sua amministrazione, dei suoi tempi, della sua organizzazione.” E’ quanto dichiarato da Alvaro Fiorucci, autore assieme al figlio Luca, di “Reperto 36 – Anatomia giudiziaria dell’omicidio di Meredith Kercher”, presentato a “Letture Tifernati” nella sala degli specchi del Circolo Tifernate Accademia degli Illuminati. Con gli autori sono intervenuti il sindaco e il vice sindaco di Città di Castello, il procuratore della Repubblica di Forlì, Sergio Sottani e il deputato tifernate, capogruppo in commisione Giustizia. “Gli autori sono riusciti in maniera efficace e comprensibile anche a chi non è un addetto ai lavori, a trasferire in un libro e decodificare il linguaggio e le fasi procedurali di un caso che ha tenuto alta l’attenzione anche mediatica e dell’opinione pubblica a livello mondiale – ha precisato il procuratore della Repubblica di Forli, Sergio Sottani – precisando di aver vissuto di riflesso la vicenda, non essendo coinvolto direttamente come magistrato, nel periodo di permanenza a Perugia. Leggi tutto…
La ‘ndrangheta si espande all’estero mentre consolida la conquista dell’Italia, Umbria compresa.
La ‘ndrangheta opera da alcuni ani secondo un piano di “colonizzazione di vaste aree di territori stranieri” con insediamenti criminali che replicano i modelli calabresi. Lo afferma la Direzione Nazionale Antimafia nel rapporto reso noto oggi e che si riferisce al 2015. E anche all’estero- come in Italia- la ‘ndrangheta è sempre più una sorta di multinazionale che con grandi capacità imprenditoriali e un grande fiuto finanziario diversifica i suoi interessi con flessibilità e con perfetta scelta di tempo. Quindi il tradizionale traffico della droga e delle armi , l’altrettanto storico sfruttamento della prostituzione , l’estorsione in forme sempre più sofisticate. Ma sempre più riciclaggio, appalti pubblici , attività economiche ( turismo , commercio, giochi e scommesse on line in particolare) apparentemente di specchiata legalità. Attività che si estendono a macchi d’olio e con profitti enormi in Italia e oltreconfine. Per quanto riguarda l’Italia la DNA dice che è sempre più massiccia ed incisiva la presenza della ‘ndrangheta nelle regioni del centro-nord. Dopo la Lombardia (dato ormai storico) il Piemonte, l’Emilia Romagna, e il Lazio ecco la ‘ndrangheta risulta ben insediata con molti cellule operative in Liguria, Umbria, Veneto e Marche. Leggi tutto…
Umbria: continuità delle forme mentre gli affari sporchi fanno interagire i gruppi criminali italiani e stranieri
Sostanzialmente continuità. Sostanzialmente il rafforzamento di tendenze criminali evidenti da un quindicennio. Sostanzialmente gli stessi protagonisti sulla scena percorsa da una macchina della giustizia che dovrebbe dare risposte ad una popolazione di molto superiore a quel milione di presenze che si possono collocare in Umbria. Continuità?Si continuità come ha spiegato al Tgr della Rai il Procuratore Distrettuale Antimafia Luigi De Ficchy dicendo sostanzialmente che la presenza delle mafie data ormai trenta anni, che il grosso delle migrazioni dal sud è arrivato con gli appalti per la ricostruzione dopo il terremoto del 1997, che le forze dell’ordine prevalentemente intervengono su notizia di reato perché non hanno risorse per tirare su un argine che blocchi le infiltrazioni di capitali sporchi. Non ci sono insediamenti stabili-ha detto De Ficchy- ma c’è una grande lavanderia di soldi che si trasformano in proprietà agricole, turistiche e commerciali . Leggi tutto…
2015: dalla sentenza definitiva per l’omicidio di Meredith alla forte incidenza dei delitti commessi in famiglia
Le vittime della metà degli omicidi avvenuti in Umbria nel 2015 sono donne. Tre donne cadute sotto i colpi di armi da fuoco o ferite a morte con coltelli di uso domestico. Una recente ricerca di Eures sui femminicidi attribuisce alla regione l’indice più alto con 12,9 femminicidi per milione di donne residenti. L’anno che è appena finito è anche l’anno in cui si è conosciuto , con le motivazioni della Suprema Corte di Cassazione , l’esito dell’ uccisione di Meredith Kercher , un colpevole, due innocenti e due assassini , a stare alle sentenze, da individuare e catturare, come Alvaro Fiorucci e Luca Fiorucci raccontano in “Reperto 36- anatomia giudiziaria dell’omicidio di Meredith Kercher” edito da Morlacchi. Dunque il dettaglio. Il sei marzo, ad Uppiano, vicino a Città di Castello, Yuri Nardi, un poliziotto di 41 anni, uccide la moglie, Laura Arcaleni di 40, e poi si suicida. Il 25 novembre, a Perugia, Raffaella Presta, anche lei quarantenne, viene uccisa con due colpi di fucile dal marito Francesco Rosi. Leggi tutto…