venerdì, Giugno 25, 2010 Categoria: Senza categoria

“Come abbiamo preso i killer del nostro collega”

Nelle prime ore di questa mattina, i Carabinieri del ROS e del Reparto Operativo – nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Perugia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del locale Tribunale su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di 5 indagati, ritenuti responsabili dell’omicidio a colpi di kalashnikov del Car. Donato FEZZUOGLIO e del ferimento dell’App. scelto Enrico MONTI, che erano intervenuti per impedire una rapina al Monte dei Paschi di Siena di Umbertide, consumata in data 30 gennaio 2006.I provvedimenti restrittivi colpiscono un gruppo di feroci rapinatori[1], capeggiati dal noto ARZU Raffaele, arrestato dai carabinieri dopo una prolungata ricerca tra i monti del nuorese, l’8 dicembre 2009.  Gli esiti dell’analisi di una serie di rapine commesse nel territorio umbro-toscano tra il 2004 ed il 2006 in danno di istituti bancari e furgoni portavalori – in particolare delle rapine consumate a Pieve S. Stefano (AR), il 16 aprile 2004; a Spedaletto di Subbiano (AR), il 24 agosto 2004; ad Arezzo, fraz. Torrino, il 6 settembre 2004; ad Arezzo, fraz. Palazzo del Pero, il 7 ottobre 2004; a Vaiano di Prato (PO), il 1°.6.2005 – consentivano di concentrare le indagini sulla c.d. pista sarda e su una banda capeggiata dal pericoloso latitante ARZU Raffaele, ricercato dal 2002 ed inserito nell’elenco dei 30 latitanti più pericolosi in campo nazionale.Le indagini condotte in seguito alla tentata rapina ed al tentato omicidio di una guardia giurata presso il supermercato PAM di San Marco di Perugia avvenuti il 21.4.2007, permettevano di accertare che questa banda, capeggiata proprio dal latitante ARZU Raffaele, era responsabile del crimine e con ogni probabilità anche della rapina di Umbertide.Il 21 luglio 2008, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Perugia e dell’Arma di Nuoro, Sassari, Oristano, Roma, Genova, Pavia e Modena, davano pertanto esecuzione a 16 ordinanze di custodia cautelare in carcere per il delitto di associazione per delinquere finalizzata al compimento di una serie di rapine per la quale il Tribunale di Perugia, con sentenza del 23.4.2010, condannava, fra gli altri, PALA Pietro, FRAGATA Pietro Roberto e ARZU Raffaele rispettivamente alla pena di anni 14 e mesi 7, anni 15 e mesi uno ed anni 16 di reclusione. L’attività proseguiva attraverso:-        l’esame di milioni di dati relativi al traffico telefonico cellulare, con riferimento ai luoghi di consumazione della rapina di Umbertide e delle altre analizzate e a quelli di asportazione e rinvenimento dei veicoli utilizzati;-        la verifica degli elementi raccolti dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali;-        l’analisi degli spostamenti tra la Sardegna e l’Umbria degli indagati;-        le intercettazioni telefoniche ed ambientali, che consentivano di acquisire elementi proprio in ordine al loro coinvolgimento nell’omicidio del Carabiniere FEZZUOGLIO.Gli ulteriori approfondimenti sulle rapine riconducibili alla stessa banda consentivano di accertare il coinvolgimento del pregiudicato orunese CARTA Ivo in una rapina perpetrata il 1° giugno 2005, a Vaiano, nei pressi di Prato, in danno di un furgone portavalori. La comparazione tra le cartucce del caricatore di riserva dell’arma sottratta, nell’occasione, ad una guardia giurata, accertava la responsabilità del suddetto CARTA anche nella rapina di Umbertide; il medesimo veniva tuttavia ucciso in Orune (NU), il 14 luglio 2006, ad opera di ignoti.Inoltre, veniva eseguita l’intercettazione ambientale all’interno di una cella della Casa Circondariale del capoluogo sardo, ove era ristretto un altro componente della banda, DE MONTIS Fabrizio, che consentiva di acquisire precisi elementi sulla sua partecipazione all’omicidio del Carabiniere FEZZUOGLIO.Nell’azione di fuoco che procurava la morte del militare, veniva infine accertata anche una diretta implicazione di PALA Pietro, di origine sarda ma residente a Marsciano (PG), terminale di un folto gruppo di pregiudicati, specializzati nella commissione di rapine, alle quali il medesimo partecipava attivamente o ai quali forniva informazioni sui possibili obiettivi e sul transito di furgoni portavalori.Dalle attività investigative emergeva inoltre il favoreggiamento nei confronti del sodalizio indagato del Sovrintendente della Polizia Penitenziaria di Perugia MASCIA Gian Marco che, pur essendo venuto a conoscenza dell’identità dei rapinatori dell’agenzia del Monte dei Paschi di Siena ad Umbertide (PG) e di almeno uno degli autori dell’omicidio del Carabiniere FEZZUOGLIO, aveva omesso di farne rapporto all’A.G., rendendo poi false dichiarazioni al Pubblico Ministero. Il predetto risultava anche aver abusato del ruolo di appartenente alla Polizia Penitenziaria, interrogando le banche dati delle FF. PP. su richiesta del PALA.Contestualmente, la Sezione Anticrimine di Cagliari sviluppava la ricerca dell’ARZU avviando, sin dal dicembre 2007, servizi tecnici e di osservazione nei confronti della convivente, che consentivano di rilevarne gli spostamenti verso i rifugi del latitante. Tali attività, concretizzatesi in numerose infiltrazioni, anche notturne, in aree montuose e boschive di difficile accessibilità, ricostruivano i contatti dell’ARZU e, l’8 dicembre 2009, portavano infine alla sua localizzazione in Talana (NU), ove i militari del ROS, del Comando Provinciale Carabinieri di Nuoro e dello Squadrone Eliportato Carabinieri “Cacciatori” irrompevano all’interno di un’abitazione, traendolo in arresto.L’esecuzione del provvedimento cautelare corona quindi l’intenso impegno di molteplici articolazioni dell’Arma, che hanno tenacemente perseguito l’obiettivo di individuare gli autori dell’omicidio del Carabiniere FEZZUOGLIO e neutralizzare una pericolosissima banda di sanguinari malviventi.

(NOTA DEL COMANDO PROVINCIALE DEI CARABINIERI DI PERUGIA)


[1] ARZU Raffaele, nato a Lanusei (NU) il 27.10.79, detenuto presso la casa circondariale di Prato; PALA Pietro, nato a Marsciano (PG) il 26.10.68, detenuto presso la casa circondariale di Spoleto; FRAGATA Pietro Roberto, nato ad Arzana (NU) il 31.1.71, detenuto presso la casa circondariale di Perugia; DE MONTIS Fabrizio, nato a Escalapiano (NU) il 2.3.74, affidato ai servizi della comunità di Ortacentus (CA).

2 commenti to ““Come abbiamo preso i killer del nostro collega””

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