2 agosto 1980: l’Umbria, quattro nomi e l’ultimo caffè alla stazione di Bologna
Paul Louis Durand, poliziotto francese sotto copertura, Tomhas Kram terrorista tedesco , Saleh Abu Anzenh, rappresentante del Fplp in Italia , Roberto da Silva falso imprenditore brasiliano. Con questi quattro nomi le indagini sulla strage di Bologna del 2 agosto 1980 hanno aperto piste che hanno attraversato l’Umbria lasciandone traccia. E interrogativi. Paul Louis Durand , è un ambiguo ispettore della polizia francese , inserito nell’organizzazione neonazista Fane. Venne in Italia nel 1979. Quando il suo nome compare nelle indagini per gli 85 morti e 200 feriti della stazione sono in tanti a precipitarsi a Perugia. Varie fonti di intelligence lo qualificano come elemento di raccordo tra i gruppi dell’eversione nera internazionale. Bisogna dunque , ricostruire spostamenti, contatti e ragioni della sua permanenza nel capoluogo umbro. Il 15 luglio Paul Durand sarebbe stato ospite di un dirigente d’azienda, Ugo Cesarini, o forse, secondo altre indiscrezioni , di un suo uomo di fiducia, Alessandro Giovi. Ugo Cesarini è stato uno degli animatori più autorevoli del Partito Nazionale del Lavoro, nato da una scissione dal Msi il cui programma politico è stato ripubblicato nel 1968 proprio a Perugia a dieci anni dala disfatta elettorale che ne ha segnato il dissolvimento. Il poliziotto dalle simpatie naziste cerca contatti in tutti gli ambienti della destra , anche quelli più estremi, da Terza posizione ai Nar ; una missione riservata e mai chiarita. Uscito dai radar dell’inchiesta, per questo suo attivismo fu allontanato poi dalla gendarmeria di Versailles che l’aveva in organiuco. Finirà invece con l’archiviazione della cosiddetta “pista palestinese “, la vicenda giudiziaria di Thomas Kram un insegnante di Bachun che si era rifugiato a Perugia e che nella seconda metà degli anni ’70 aveva frequentato l’Università di piazza Grimana . La notte prima della bomba era a Bologna. E’ considerato un terrorista nell’orbita di Ilic Ramirez Sanchez ovvero Carlos lo Sciacallo , il capo di una rete terroristica al servizio del migliore offerente . Carlos potrebbe aver avuto un ruolo nel massacro del 2 agosto, per conto del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Per questo collegamento Thomas Kram è nel registro degli indagati nel 2011. In carcere da qualche tempo c’è Saleh Abu Anzenh, rappresentante del Fronte e compagno di studi a Perugia di Thomas Kram. Quattro anni dopo, il 10 febbraio 2015, arriva l’archiviazione per l’ex terrorista tedesco. Il portavoce del Fplp da tempo è uscito dal cono di interesse della magistratura. E’ ancora in campo invece la vicenda del falso carioca . Si fa chiamare Roberto da Silva , ma in realtà è Paolo Bellini nato a Reggio Emilia, militante di Avanguardia Nazionale. . Latitante in Brasile dopo una condanna per tentato omicidio è rientrato in Italia nel 1977 e si è stabilito a Foligno dove risiede per quattro anni. Nel 1983 è indagato per Bologna ma nel 1992 è prosciolto. L’ex estremista nero torna in campo nel maggio scorso. In una pellicola amatoriale girata da un turista ci sarebbe proprio lui, Paolo Bellini, che si allontana subito dopo il grande botto. La procura generale vuole che sia processato per essere stato uno degli esecutori dell’attentato e ne ha chiesto il rinvio a giudizio. A Foligno si ricordano ancora i tre brevetti da pilota presi in un tempo brevissimo.
Se la storia della strage potrà un giorno avere un capitolo finale, e senza pagine strappate, le istituzioni democratiche del nostro paese lo dovranno a chi si è impegnato nelle indagini e a tutti coloro che non hanno mai lasciato la presa, che sono scesi in piazza anno dopo anno a testimoniare il ricordo dell’orrore e il bisogno di verità. A cominciare da Torquato Secci e dalla moglie, Lidia Piccolini. Ex partigiano e tecnico della SNIA Viscosa il primo, insegnante la seconda, insieme hanno dato corpo e anima all’associazione dei famigliari delle vittime che con la sua presenza attiva ha tenuto e tiene ancora alta l’attenzione sulle indagini alle quali ha dato contributi importanti. Ai due coniugi ternani la bomba ha portato via il figlio, Sergio che aspettava che partisse un treno per Bolzano bevendo il suo ultimo caffè al bar della stazione. A proposito di Paul Duran in data 17 febbraio 2021 abbiamo ricevuto da Alessandro Giovi la seguente precisazione:Con riferimento all’articolo “2 agosto 1980: l’Umbria, quattro nomi e l’ultimo caffè alla stazione di Bologna” di cui ho avuto contezza in ritardo, tengo a puntualizzare che:
1) Non conobbi né tantomeno ospitai il signor Durand quando questo misterioso personaggio – giunto dalla Francia in Italia – passò per Perugia (dove sembra fosse venuto per contattare elementi estremisti di destra, secondo quanto si seppe dalla stampa di quel tempo) come del resto non mi risulta che lo avesse incontrato alcun esponente dell’allora Partito del Lavoro.
2) Ugo Cesarini (morto alcuni anni fa) ed altri fondarono, verso la fine degli anni Sessanta, il Partito del Lavoro che essendo basato sull’idea del Socialismo nazionale (che fu di Carlo Pisacane, Andrea Costa, Camillo Prampolini e Giuseppe Massarenti), non aveva quindi niente a che vedere con l’Msi.
3) Le nostre idee le professavamo onestamente e apertamente, sempre nel più pieno rispetto della legalità, nonché in un libero e costruttivo confronto delle idee nell’interesse del paese.
4) Nel nostro ambiente non attecchì la mala pianta di quell’estremismo provocatorio che non portò (e non porta) mai a nulla, di qualsiasi “colore” esso si tingesse.
Alessandro Giovi