Archivio della categoria “Cronache”

sabato, Agosto 10, 2019 Categoria: Cronache

La mafia albanese in Umbria alla fine degli anni’90: cinque morti e dieci feriti per il controllo di Perugia

A Perugia la faida degli albanesi che hanno saltato il fosso della legalità  fa 5 morti e una decina di feriti in nemmeno 24 mesi La faida per il controllo degli affari sporchi in determinate aree della regione comincia sul finire del 1997 e nel 1999 le pistole smettono di sparare e di uccidere con tanta sconosciuta frequenza. Segno di un rapido cambiamento di strategia criminale : un qualche tipo di pace raggiunto , un assetto di poteri condiviso, confini da non difendere più con le armi in pugno. Del resto quello è stato un biennio svolta. Arricchita dai profitti del traffico degli esseri umani e dello sfruttamento della prostituzione, adesso la malavita arrivata con gli esodi dalle guerre della ex Jugoslavia marcia verso il controllo del mercato della cocaina. Ha capitali da investire che i soldi aprono la strada a patti, poco prima impensabili , con le mafie italiane e lasciando a quelle nigeriane il business più rischioso dell’eroina e del fumo in generale. I clan albanesi non sono strutturati e agiscono a piccoli gruppi da forti legami di parentela o di comune provenienza geografica. Il controllo dei canali attraverso i quali passano le risorse per il controllo del territorio, li fa spesso entrare in conflitto. Per questo sparano: piombo per eliminare la concorrenza. Alla scuola della ‘ndrangheta e della camorra però imparano presto i metodi sottotraccia per attenuare i rischi non facendo rumore e cercando l’invisibilità. Read more…

venerdì, Luglio 19, 2019 Categoria: Cronache

Umbria: i buoni affari delle mafie sono anche on line

La relazione della Direzione Investigativa Antimafia analizzando i dati delle attività di contrasto svolte nel secondo semestre del 2018 disegna un puzzle di questo tipo: le organizzazioni criminali albanesi controllano il mercato della cocaina; quelle nigeriane importano l’eroina; sia le prime che le seconde fanno affari con il traffico degli esseri umani e lo sfruttamento della prostituzione con decine di donne ridotte in schiavitù; ’ndrangheta, cosa nostra e camorra (l’offensiva delle ‘ndrine è quella più evidente ) sono in affari ( soprattutto  per droga e prostituzione) con albanesi, rumeni ed altre provenienze dall’est) mail loro grande business è quello del riciclaggio che penetra lentamente il tessuto economico e finanziario con forti investimenti nei settori edile, turismo, commercio,smaltimento dei rifiuti , agroalimentare, intrattenimento. Crescente il controllo del gioco d’azzardo elettronico e delle scommesse on-line. A conferma dell’interesse delle mafie italiane  per ogni settore imprenditoriale che consenta una buona facilità di lavaggio del denaro sporco e un rapido ritorno di utili  insospettabili . Il fatto che nel paniere della criminalità  organizzata ci siano le  nuove tecnologie digitali testimoniano aggiornamento e flessibilità del malaffare.Quello che segue è il testo integrale del focus della Dia sull’ Umbria. Read more…

domenica, Giugno 30, 2019 Categoria: Cronache

Girasole o dell’insostenibile lentezza della giustizia

La storia che ha scalato le  classifiche dei casi più rappresentativi dell’insostenibile lentezza della giustizia comincia all’alba del 9 aprile 2001 con un elicottero che romba sui tetti di Perugia e con le sirene di auto in grande quantità  che tirano giù dal letto la città intera. L’elicottero è alla caccia di un paio di malviventi fuggiti via dalla finestra. Le auto trasportano 105 indiziati appena ammanettati. E’ la prima puntata. La seconda arriva dopo un anno, a settembre, quando il conto degli arrestati cresce di una novantina di soggetti.E’ un successo questo della DDA e del Ros dei carabinieri che fa scalpore. L’uno-due ( Girasole 1 e 2 è denominata la doppia operazione) degli inquirenti ha smantellato un’associazione di mafiosi albanesi, russi, ucraini e di italiani legati alla camorra e alla ‘ndrangheta. Guadagni da contare in milioni di euro, con il traffico dai paesi dell’est di chili di cocaina  e di decine donne destinate alla schiavitù della prostituzione nei night o per strada. Comprate, vendute, ricattate, violentate:  forse tre di loro ammazzate e i cadaveri nascosti, racconta un pentito. Read more…

domenica, Giugno 16, 2019 Categoria: Cronache

Amanda Knox parla del pm, Giuliano Mignini non commenta

Amanda Knox al Festival della Giustizia di Modena, racconta  il processo di Perugia che l’ha vista imputata, con Raffaele Sollecito dell’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher come  un’imboscata mediatica per avere comunque e presto dei colpevoli. Una forte  pressione che ha finito per condizionare le indagini contaminandole . Un meccanismo -dice tra le lacrime- che l’ha portata in un carcere dove è stata rinchiusa, innocente, per quattro anni, vittima, a dire, di un errore giudiziario.” Il primo novembre 2007, un ladro, Rudy Guedè, è entrato nel mio appartamento e ha violentato e ucciso Meredith. Poi è fuggito, ma è stato preso e condannato. Però- ha aggiunto- hanno indagato me, senza prove e solo per un’intuizione investigativa. “Ero innocente, ma il resto del mondo aveva deciso che ero colpevole“.La giovane americana condannata, assolta, di nuovo condannata e poi definitivamente assolta dopo otto anni, cita più volte il pubblico ministero Giuliano Mignini che ha indagato sul delitto di via della Pergola. “Vorrei avere un faccia a faccia con lui. Al di fuori delle aule di giustizia. Per me ,a venti anni, quel pm  era un mostro con un solo obbiettivo, distruggere la mia vita . So che questa immagine di lui è sbagliata. Nel documentario di Netflix non ho visto un cattivo, un mostro, ma un uomo con motivazioni nobili che voleva rendere giustizia a una famiglia in lutto. Mi piacerebbe incontrarlo e spero che se accadrà anche lui riesca a vedere che anche io non sono un mostro “. Dottor Mignini, ha sentito l’intervento di Amanda al convegno sul processo mediatico di Modena?“No, ma no, ma le pare? Mi hanno riferito qualcosa alla quale ho prestato un   minimo di attenzione giusto per prenderne atto. Ero impegnato a Roma con dei colleghi…”Come commenta le cose dette dalla ragazza sul suo conto?“Guardi per me non è una questione personale. E’ prima di tutto deontologica la questione che eventualmente dovrei valutare. Quindi non ritengo sia il caso di commentare.  Anzi, posso dirle che non credo sia possibile incontrarci appunto perché un processo non può essere ridotto a una questione personale. Read more…

venerdì, Giugno 7, 2019 Categoria: Cronache

Il Mostro del Circeo ,la ragazza scomparsa a Cortina, la villa sul Trasimeno : decide Perugia

di CARLO PIOVENE

La scomparsa di Rossella Corazzin (Tai di Cadore , 21 agosto 1975) , il Mostro del Circeo (30 settembre 1975) e  la misteriosa morte di Francesco Narducci ( 8 ottobre 1985) : è prevista per i primi giorni di luglio l’udienza  fissata  per  decidere se archiviare ( come ha chiesto un  anno fa la Procura della Repubblica di Perugia) il raccontato (12 agosto 2015) di Angelo Izzo (due volte  ergastolano per il massacro del Circeo e per il più recente massacro di Ferrazzano) sul sequestro e l’assassinio della giovane bellunese. Secondo Angelo Izzo al delitto parteciparono, oltre a lui, altre 10 persone, quattro delle quali ora decedute. Rossella Corazzin fu presa a Cortina, portata, prima, in un appartamento di Riccione e, poi trasportata  nella villa di Francesco Narducci, a san Feliciano sul Trasimeno in provincia di Perugia dove nel corso di una sorta di rito satanico, – sempre secondo il racconto di un pluriomicida con la propensione a farsi protagonista di fake news sui grandi fatti di cronaca) – fu  violentata e uccisa e poi fatta scomparire in qualche nascondiglio della zona. Per la localizzazione dei reati più gravi la competenza è di Perugia. Read more…

mercoledì, Maggio 29, 2019 Categoria: Cronache

” Il risolutore” : riempire la cella di parole scritte per diventare un altro.

 Dalla prefazione di ANTONIO SCARFONE

Giambattista Scarfone, classe 1962, calabrese d’origine e milanese d’adozione, è un uomo che quando parla ti guarda dritto negli occhi. Una persona senza dubbio particolare, intelligente, dallo sguardo vivace, dalla battuta sempre pronta e acuta, dalla personalità forte. Una persona con cui puoi parlare per ore, di tutto, senza mai annoiarti, in un confronto sempre costruttivo, divertente e mai banale. Una persona la cui vita potrebbe essere la trama di un libro, o di un film di successo, se non altro per la velocità con cui la stessa sua vita è stata vissuta, un po’ come se di vite ne avesse vissute diverse. Una vita che ha consistito in un continuo esercizio di adattamento agli eventi, cosa che avviene per chiunque, ma soprattutto in una reale consapevolezza della stessa, cosa che avviene per pochi. Un’esperienza di vita la sua che forse, chissà per quale misterioso superiore disegno, prevedeva delle dure e importanti prove cui lui sarebbe stato sottoposto. E questo si vide sin dalla sua nascita quando, al momento del parto, il cordone ombelicale aveva fatto più giri intorno al suo collo tenendolo, ironia della sorte, imprigionato in una morsa che poteva essergli fatale. Giunge così al mondo sotto il segno del Leone questo bambino vispo e pieno di vita, primogenito di tre figli, meritato dono del cielo a due genitori onesti e laboriosi come furono i suoi. Una fanciullezza vissuta nel paese di nascita, Sant’Agata del Bianco, un piccolo borgo di poche centinaia di anime situato in provincia di Reggio Calabria. Read more…

mercoledì, Maggio 29, 2019 Categoria: Cronache

“Il risolutore” : realtà e fantasia di un condannato a trenta anni di carcere.

Giambattista Scarfone è nato a Sant’Agata del Bianco , ha 57 anni e risiede da quasi trenta anni nel carcere di massima sicurezza di Spoleto , da quando cioè lo catturarono a Milano per varie presenze nel mondo del grosso traffico della droga. In cella entrò un bandito, tra qualche tempo da quella stessa cella uscirà un uomo. La letteratura e la musica sono adesso le sue armi. Ha scritto 37 romanzi, quasi tutti noir. Un’analisi spietata del mondo criminale che si guarda allo specchio per restituirci l’immagine cruda e reale del nostro presente. E’ autore anche di poesie, fiabe per bambini, filastrocche, canzoni. Giambattista Scarfone nella scrittura ha trovato un’ancora alla quale si è aggrappato per dare una strambata al passato, per non impazzire di prigionia, per dare un senso ai calendari che si ammucchiano sotto la sua brandina. Il suo presente è quello dell’infaticabile “‘O Scrittore” piegato per ore. quando glielo consentono, sul suo computer dove gira solo Word, a digitare storie nelle quale si intrecciano tante trame sorprendenti. Di fantasia e di realtà. E, magari a sua insaputa, d’insegnamento: una lezione di vita.
“Il risolutore “ è il romanzo pubblicato da Morlacchi Editore ed è stato recentemente presentato al Giò Jazz di Perugia con un’iniziativa di rilevante portata culturale e sociale.
Giambattista Scarfone non ha avuto la possibilità di esserci. Eppure era presente. E stato lì, tra i suoi lettori, con lo scritto che segue. Read more…

mercoledì, Maggio 15, 2019 Categoria: Cronache

Un uomo nello specchio di un fenomeno criminale: l’anonima sarda.

Lussorio Salaris : Borore , 1945 – Città della Pieve, 1986. La carriera criminale e la morte violenta di questo giovane allevatore di pecore sono il paradigma della diffusione reticolare e della capacità operativa della cosiddetta “anonima sarda” tra la Toscana e l’Umbria nel ventennio terribile dei sequestri di persona. Lussorio Salaris è stato ucciso il 10 ottobre da due suoi compagni di avventura, Pietrino Mongile di Ghilarza e Antonio Soru di Paulilatino che si sono detti innocenti ma sono stati condannati a 29 anni di carcere. Read more…

sabato, Marzo 23, 2019 Categoria: Cronache

PECORELLI: i verbali di VINCIGUERRA, TILGHER E MAGNETTA

-di ALLAN FONTEVECCHIA

Nella ristampa del 2019 de “IL DIVO E IL GIORNALISTA -GIULIO ANDREOTTI E L’OMICIDIO DI CARMINE PECORELLI:FRAMMENTI DI UN PROCESSO DIMENTICATO ” (Morlacchi Editore), il libro di Alvaro Fiorucci e Raffaele Guadagno che ha riacceso i riflettori sul misterioso agguato mortale di via Orazio c’è un ampio capitolo dedicato alla ricerca dell’arma del delitto, una calibro 7,65 silenziata in maniera artigianale. E’, tra l’altro,una sintesi dei verbali di Vincenzo Vinciguerra, Adriano Tilgher e Domenico Magnetta, esponenti di Avanguardia Nazionale interrogati più volte  a proposito. Una lettura che accompagna  l’attesa per l’esito degli accertamenti che la Digos di Roma, su delega della Procura, ha recentemente  compiuto su una pistola sequestrata con altre armi a Monza nel 1995 coinvolgendo di nuovo Domenico Magnetta ,amico dell’ex Nar e uomo della banda della Magliana, Massimo Carminati. Read more…