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Archivio della categoria “Senza categoria”
La diffamazione,la rettifica,la galera e le cause milionarie.
Il carcere per i giornalisti in caso di condanna per diffamazione è l’ultimo veleno di un pasticciaccio brutto che corrode la libertà dell’ informazione prodotta dai mezzi di comunicazione e la qualità dell’informazione ricevuta per diritto non sospendibile dai cittadini. E’ un problema, non il solo. E’ un aspetto e forse neppure il più pernicioso di una tenaglia che ora si prende un pezzo ora un altro e li sposta nella retroguardia. Nelle democrazie, invece ,l’informazione senza infingimenti, l’informazione che orienta,l’informazione che suscita partecipazione dovrebbe essere in prima fila. La pena detentiva in questi giorni è uno spauracchio agitato non solo perché c’è di mezzo la sorte giudiziaria di un collega condannato in quanto direttore responsabile di un giornale che ha pubblicato una notizia risultata non vera. E un paese che manda in galera un giornalista anche per un reato che pur a mezzo stampa non è un reato di opinione non è un buon paese. Read more…
Guardare la droga dalla parte delle fogne
Scarichi domestici come specchio della tipologia che ha più mercato e delle quantità consumate giorno dopo giorno, nelle diverse città italiane. Le acque reflue con le loro tracce di metabolismo umano come indicatori di comportamenti individuali e collettivi rispetto alla droga. I laboratori dell’istituto Negri di Milano – in tandem con il dipartimento antidroga della presidenza del Consiglio dei Ministri – hanno stabilito- utilizzando questi parametri- che Perugia è la città con il più alto indice di consumo di eroina – 5 dosi al giorno ogni 1000 abitanti- più alto di quello attribuito a Roma a Firenze e a Terni che seguono con tre dosi di eroina al giorno ogni mille abitanti. Read more…
L’annuario economico e l’umbritudine che non c’è
Se l’Umbria avesse un Dna invece di grumi di acido nucleico dispersi con casualità impertinente sulla sua geografia dalle tante monadi con differenti usi, costumi e caratteri , forse si potrebbe esprimere una qualche forma di orgoglio umbro. Al massimo,invece, da queste parti , si prende atto, si è contenti, ci si rallegra,si esprimono soddisfazione e congratulazioni. L’orgoglio è un sentimento che può appartenere, eventualmente, a chi riceve il plauso del nostro compiacimento. Ovvero:certi successi, Angelantoni come Novamont, Pierangelo Falini come Angelo Vescovi, Terni-Ena come Umbria Cuscinetti, Novelli come Spagnoli e via sgranando il rosario delle eccellenze ( ora si definiscono così), sono successi di coloro che li hanno pensati e realizzati. Read more…
Madre e figlio morti ammazzati e il mantra di Cenerente
E’ da venerdì che la risonanza di un mantra innocente e immondo fa da controcanto al biascicare di una giaculatoria stupefatta e impaurita. Il mantra di Cenerente dice: <<che non sia come Ramazzano>>. Un dire osceno e bugiardo, fino a prova contraria. Ma necessario: viviamo tempi in cui circoscrivere arriva a significare esorcizzare. Esorcizzare per sconfiggere il nemico. Subito, anche quando il nemico non si sa chi sia. Subito perché bisogna chetare la paura. Il mantra dice così perché è nella celebrazione di un rito collettivo che vuol salvare la comunità dal rischio di una Ramazzano senza requie e senza confini. Il mantra dice così e fa una classifica delle dimensioni delle tragedie e dei gradi del dolore egoistica e dunque inaccettabile. Il mantra dice << che non sia Ramazzano>> perché vorrebbe evocare una storia diversa e breve. Una storia semplice, chiusa in se stessa, dalla quale, comunque, la comunità più grande,quella oltre quei pochi acri di terreno che hanno fatto da piattaforma alle telecamere, abbia nulla da temere. La possa dunque sentire di altri. Confinata in altri.Con un suo inizio e una sua fine. E fine vuol dire senza possibilità di replica per un pubblico indiscriminato al quale potrebbe toccare di assistere e subire lo stesso spettacolo di sangue e di violenza senza aver comprato il biglietto per quel teatro. Read more…
Piccole storie nere: il girasole delle nuove schiave
Marta la russa era prigioniera in un appartamento a Ponte San Giovanni e quando perse l’affidabilità la fecero scomparire con l’acido. Il corpo di Tania trovato a Valtopina invece doveva diventare irriconoscibile con il fuoco. Almeno altre due, bulgare o moldave le avrebbero fatte fuori e sepolte nel giardino di un night. I corpi non si trovano,solo brandelli di stoffa. Un’altro cadavere senza testa e senza mani è nelle Marche: la provenienza potrebbe essere la stessa. Schiave punite per qualche tentativo di ribellione. A portare la cocaina da un locale all’altro è un italiano che chiamano il sarto perché la droga se la cuce nei vestiti. Read more…
Aria di cielo incupito dopo l’omicidio di Ramazzano
Le fonti ufficiali ci hanno consegnato una ricostruzione approssimativa dei fatti e poi hanno fatto l’opzione del silenzio, almeno formalmente . E questa ricostruzione non collima sempre e del tutto con i ricordi dei sopravvissuti. Sostanzialmente sappiamo ben poco intorno al procedere investigativo di carabinieri (Ris e Ros compresi) e della Polizia (Scientifica e Digos comprese). Il sapere ben poco , se c’è un altro da conoscere, priva di notizie un’opinione pubblica allarmata. E questo,in generale, non è un bene. Read more…
Piccole storie nere:Pecorelli,Andreotti, Buscetta e Pippo Calò
Il 17 dicembre 1993 arriva a Perugia un grumo di storie indicibili. Raccontano di interessi criminali e di pezzi dello stato compiacenti, di mafia in affari con la banda della Magliana,di politica inquinata e compiacente. Sono le indagini sull’omicidio di un giornalista scomodo, Mino Pecorelli, ammazzato a Roma il 20 marzo 1979. Indagano i sostituti Fausto Cardella e Alessandro Cannevale, perché le investigazioni coinvolgono un magistrato romano Claudio Vitalone, in quel momento parlamentare della Dc, grande amico di Giulio Andreotti il cui nome compare tra le notizie di reato il 14 aprile 1993. Read more…
Leonardo Servadio: idee,materiali,innovazione
Leonardo Servadio,classe 1925, ha avuto risorse e cultura per essere un imprenditore moderno e segnare con le sue strategie innovative di prodotto e di marketing un tentennio della storia dell’industria italiana. Ellesse nasce nel 1959 e nel 1967 i pantaloni da sci che escono dai suoi laboratori sono una rivoluzione tecnologica, come i giacconi che la nazionale di calcio indossa ai mondiali di Spagna nel 1982 e la prima pubblicità sui cartelloni a bordo campo. Non si erano mai visti. Poi dopo l’intuizione del marchio cucito in vista arriva l’invenzione della sponsorizzazioni dei grandi eventi sportivi e dei personaggi dello sport più conosciuti. Read more…