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Emanuela Orlandi, Sabrina Mainardi e il rifugio di Perugia
Sabrina Minardi, ex moglie del calciatore Bruno Giordano, dieci anni con Enrico De Pedis, il capo della componente più ricca , feroce e ammanicata della banda della Magliana si rifugiava nel suo appartamento di Perugia quando aveva bisogno di tenersi lontana dalle sregolatezze e dai fastidi romani. Le capitava di assentarsi spesso e per lunghi periodi: allora subaffittava quell’alloggio ad un paio di prostitute guadagnando sulla maggiorazione del canone. Un sovrapprezzo mai troppo esoso. Non aveva bisogno di soldi, era l’abitudine a far girare gli affari, comunque e in ogni circostanza. Lei, la donna che incontrava con facilità il vescovo Paul Marcinkus dello Ior come il banchiere Roberto Calvi dell’Ambrosiano, il cardinale Ugo Poletti come il piduista Flavio Carboni , conosceva i tanti segreti dei personaggi più in vista di quegli anni che precipitavano verso la fine della prima repubblica. Leggi tutto…
Sisde, mezze verità sull’omicidio Pecorelli?
Una bugia per nascondere il tentativo di depistare le indagini sull’omicidio del giornalista Mino Pecorelli, Roma, 20 Marzo 1979. Una foglia di fico che non sta su e la procura di Perugia chiede, ottenendolo, l’arresto di due 007 del Sisde, il servizio segreto civile e un loro collaboratore è indagato, per false dichiarazioni al pubblico ministero. Il questore Mario Fabbri, capo del centro Roma 2, il suo vice, il colonnello Giampaolo Paoletti vanno in carcere il 14 marzo 1995 e furono scarcerati il 7 aprile successivo. Un collaboratore esterno, un sottufficiale, Vittorio Faranda è pure sotto inchiesta , ma evita la cella. Leggi tutto…
Caso Narducci: tutti a caccia dei feticci che nessuno trova
Potrebbe essere stato lui, nel 1984 , forse addirittura nel 1981 ,ad arrivare a quel nome, prima che finisse al numero 181 della lista dei sospetti compilata soltanto nel 1987. Potrebbe essere stato lui , l’ispettore Luigi Napoleoni, Squadra Mobile di Perugia, a cercare conferme in un appartamento di via dei Serragli a Firenze. Sarebbe stato lui, a puntare su San Casciano, 11 settembre 1985, tre giorni dopo l’ultimo duplice omicidio del Mostro di Firenze, senza una palese ragione di servizio . Perché quella trasferta ? Sospettava quella verità indicibile che gli investigatori hanno letto intorno alla morte del medico Francesco Narducci soltanto nel 2001? Per l’abile poliziotto, decine i casi risolti nella sua lunga carriera, quella verità che hanno cercato gli inquirenti è una verità introvabile perché non è esistita. Eppure, la nona sezione della Commissione Parlamentare Antimafia dedica molte delle 114 pagine della relazione finale, proprio alle sue investigazioni che, ipotizzano i commissari, potrebbero aver trovato, prima di altre, una chiave per penetrare i misteri fiorentini. Tenendola però riservata .La Commissione oltre ai fatti di mafia ha riesaminato infatti anche alcuni casi irrisolti, tra questi gli otto duplici omicidi del mostro di Firenze e i supposti collegamenti con la controversa fine del gastroenterologo morto nel lago Trasimeno l’otto ottobre 1985, il corpo recuperato a Sant’Arcangelo di Magione quattro giorni dopo. Caso chiuso con un’ordinanza e una sentenza. Leggi tutto…
Archivio: l’Uomo Ragno e l’ ambo criminale col morto
In otto per un ambo criminale da parecchie centinaia di milioni di lire. Con il primo numero puntano ai gioielli: gioielli, 600 milioni di lire , da prendere nella cassaforte e portar via. Con il secondo vogliono tirarsi dietro anche il gioielliere :ostaggio per un riscatto di almeno un miliardo. Esce però solo il numero degli anelli e delle collane ; l’altro rimane imprigionato nella ruota, tra i ritardatari. Un brutto segno per i giorni a venire. Tempo una settimana, infatti, quasi tutti gli scommettitori sono in carcere dopo una serie di arresti rocamboleschi: chi, all’arrivo dei carabinieri ha cercato la fuga per i tetti, chi è rimasto a penzolare nel vuoto per un brutto quarto d’ora, chi nella tromba dell’ascensore è stato quasi schiacciato dalla cabina. Reati che, beninteso, nulla hanno a che fare con le estrazioni del lotto : rapina, tentato sequestro di persona, furto aggravato, danneggiamento e altro ancora. Manette, ma con un elemento di sostanziosa consolazione per gli ammanettati: il bottino pare già avviato alla conversione illegale in contanti. Qualcuno aspetta per spartirseli, chissà. Leggi tutto…
Una pistola nell’uovo per l’evasione di Pasqua
Dovevano evadere il giorno prima di Pasqua , ma l’involucro lanciato dall’esterno non fu raccolto al volo, si frantumò come un uovo di cioccolato che cade a terra, sul cemento dell’ora d’aria. La sorpresa che era dentro, una pistola con il caricatore pieno, per la botta si ruppe. Quando la puntarono contro la guardia che stava per fermarli non sparò, inceppata; sparò la guardia che senza centrarli comunque li fermò. Seguirono momenti di terrore. Con tre agenti, uno ferito, presi in ostaggio , per trattare con la direzione le conseguenze di quella fuga non riuscita. È la settimana santa del 1977, il nucleo genovese delle Brigate Rosse, decide di liberare due compagni incarcerati a Perugia, Emilio Quadrelli e Massimo Maraschi. La spedizione è affidata ad Antonio Marocco che fa parte del gruppo di fuoco torinese. Leggi tutto…
Gli scomparsi nel nulla sono casi irrisolti
Nel giorno in cui la Procura della Repubblica di Terni, chiede al giudice per le indagini preliminari, di archiviare le indagini sul marito di Barbara Corvi la donna scomparsa nel nulla da Amelia nel 2009, l’Alto Commissariato presso il Viminale , ha resi noti i dati del fenomeno delle sparizioni in Italia. E’ la seconda richiesta di archiviazione nei confronti di Roberto Lo Giudice che si è sempre dichiarato estraneo alle accuse che gli sono state mosse e cioè omicidio e occultamento di cadavere. Le nuove indagini non hanno raccolto indizi per portarlo a processo : non c’è Dna della donna nell’auto dell’uomo, sette testimonianze non hanno consentito di acquisire indizi incriminanti. Come per Barbara Corvi anche per Sonia Marra (2006) e per Maria Ciocoiu (2009 le Procure hanno aperto indagini per omicidio e soppressione di cadavere. Per Sonia Marra c’è stato un processo che si è concluso con l’assoluzione dell’unico indagato; per Maria Ciocoiu nessuno è finito nel registro degli indagati . Sono dunque casi irrisolti come la sparizione di Fabrizio Catalano (2005, morte presunta dichiarata nel 2022) e Giampaolo Mommi (2001, assoluzione per , anche in questo caso, per l’unica indagata). Storie diverse per la stessa conclusione : cold case come si è detto.. Sul fenomeno delle sparizioni in Umbria, il servizio della tgr della Rai. Leggi tutto…
Scomparsi senza traccia : sono vittime di reati , casi irrisolti
(di Melania Di Giacomo) (ANSA) – ROMA, 22 FEB – In gran parte sono persone che si allontano volontariamente, una piccola percentuale riguarda possibili vittime di reato o bambini sottratti da uno dei genitori. Poco piu’ di 9mila sono italiani, 15mila gli stranieri, molti dei quali minori. Nel 2022 le denunce di scomparsa in Italia sono state 24.369, una media di 67 al giorno, il 26,4% in piu’ rispetto al 2021, di questi 47 sono minori di cui 36 stranieri e 11 italiani. E poco meno della meta’ di queste persone vengono poi ritracciate. Sono i dati della relazione annuale del Commissario di governo per le persone scomparse Antonino Bella. “Minori, adulti e anziani – ha sottolineato Bella presentando la sua relazione al Viminale – che fanno perdere loro tracce ponendo i familiari in una situazione di grande angoscia, tra speranze e dolore”. Leggi tutto…
Archivio: 1993, troppi incidenti stradali per non essere sospetti
Un incidente stradale dietro l’altro contati fino a cento per intascare quattro miliardi di risarcimenti. Auto costose , sportive, di grossa cilindrata , marchi prestigiosi, che non hanno più strade da percorrere se non quelle che portano dritto agli sfasciacarrozze. Da dove , per altro, erano uscite, ma questo si scoprirà più avanti. Conducenti miracolosamente senza un graffio fuori da abitacoli schiacciati, compressi, carrozzerie come passate sotto il grande maglio delle acciaierie. Sui trenta milioni di lire da liquidare ad ogni scontro. Cento sinistri e un inghippo ovviamente. Quando la polizia, squadra mobile di Terni, lo scopre, pochi mesi di indagini e in venti vanno in galera. In quindici evitano le manette e tornano a casa denunciati all’autorità giudiziaria. Il carcere è per chi è accusato di associazione a delinquere, truffa, falso, simulazione di reato, contraffazioni varie. Capitoli non secondari del Codice penale. Leggi tutto…
Archivio: 1984, Mister X nella Galleria Nazionale dell’Umbria
La Regione grandinò proteste sulla Soprintendenza, la Soprintendenza scrisse una lettera di fuoco al dicastero competente, il ministro si difese sbandierando l’approvazione della pratica destinata a turare la falla. L’attesa abnorme dei timbri e delle firme che l’avevano completata, però, ormai avevano indirettamente favorito chi andava fermato per tempo, o, comunque , identificato per fargli pagare i danni . L’uno o l’altro risultato sarebbe stato possibile se il via libera all’acquisto dell’impianto di videosorveglianza non fosse arrivato, troppo tardi, a sette mesi dalla richiesta. Infatti, quando arriva il fattaccio è avvenuto, appena tre giorni prima. Lo Stato battuto sul tempo da uno scriteriato. Una beffa. Leggi tutto…